Salernitana “tra color che stan sospese”. Due punti di vantaggio sulla zona play out e quattro di distacco da quella promozione. Un turno, il prossimo, abbordabile. Scende all’Arechi la Pro vercelli. Un avversario di rispetto, ma non trascendentale. L’occasione per fare “legna” (tre punti) prima confrontarsi con il “freddo” di dicembre.

Potrebbe infatti essere quello del Natale il mese in cui si decide la nobiltà dei granata. Mancheranno cinque partite per giungere al termine del girone d’andata. Tre in Trasferta, Bari, Frosinone ed Avellino. Due in casa, Carpi e Perugia. Un banco di prova niente male. Un trend di risultati positivi, in un percorso irto di difficoltà, porterebbe Sannino a ridosso delle migliori posizioni di classifica.

Il presente racconta di una Salernitana in evoluzione. Ronaldo, che Lotito ha voluto in riva al Tirreno girandolo dalla Lazio, sta dimostrando di possedere le qualità per fare il metronomo. Ragazzo dotato di buona tecnica e visione di gioco è il candidato idoneo a ricoprire quel un ruolo. Si confermasse nell’immediato futuro, risulterebbe determinante nella zona nevralgica del campo. Sarebbe la soluzione per tutto il reparto. Rosina, quello visto a Latina, posto alle spalle degli attaccanti, recita finalmente da capitano. Nel momento topico della partita prende in mano la squadra, spinge sull’acceleratore e trascina i compagni al risultato positivo. Il suo contributo, ispirato, è determinante.

La gara di Latina ha anche evidenziato che Sannino deve lavorare ancora e molto  sulla fase difensiva. Ancora qualche amnesia di troppo in alcuni protagonisti importanti. Vedi Schiavi, che il cui tentativo di recupero alla condizione migliore non sta ancora dando i frutti desiderati.

Gli episodi non favoriscono Donnarumma che fatica a trovare la via del gol ed a sbloccarsi. L’espulsione di Sannino è opinabile. Il tecnico granata, dal carattere certamente “frizzantino” non è però aduso a  frasi irriguardose nei confronti di nostro Signore. C’è da augurarsi che l’arbitro, nel suo referto, usi le espressioni più idonee e non la mannaia, evitandogli una squalifica inopportuna.

E poi quei quattrocento “irriducibili” al seguito della squadra. Mai rassegnati. Mai domi. Protagonisti, al pregevole gesto di Coda che deposita nella porta avversaria il pallone, di una esplosione di entusiasmo impareggiabile. Un abbraccio simbolico dai contenuti ineguagliabili. Capace di travolgere passioni e sentimenti incontenibili.

Sì, perché chi “vive” di calcio si “nutre” anche di questo! 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 21 novembre 2016 alle 13:00
Autore: Vittorio Galigani
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