La Salernitana fa il passo del gambero. Non se ne dolga l’amico Alberto Bollini, non me ne voglia mio “fratello” Angelo Fabiani. Dopo tanti anni di carriera posso esprimermi, a mo’ di consiglio, senza avere la pretesa di sminuire il lavoro di nessuno.

Una formazione nuovamente rivoluzionata, quella che ha affrontato il Cesena e qualche giocatore schierato fuori posizione lasciano il risultato a metà. Con un senso neanche tanto latente di insoddisfazione ed un retrogusto “amarognolo” nelle papille gustative. Come se si dovesse “gustare” un caffè tiepido e senza zucchero.

E pensare che sarebbe tanto più apprezzato se si “incastonassero” tutte le tessere del mosaico nella posizione più appropriata. Le caratteristiche dei Perico, dei Tuia, dei Rosina non le scopriamo certamente oggi. Il campo è come una scacchiera, confondere, per esempio, un fante con un alfiere produce sempre risultati inaspettati e controproducenti.

Non la prenda a male l’amico Bollini. Nessun preconcetto nei suoi confronti. Anzi. Accetti serenamente la critica. Lo conceda alla mia esperienza acquisita dopo anni ed anni trascorsi sul “pezzo”. In tutte le categorie (sono quello che per primo dette fiducia a Edy Reja mettendolo, esordiente, sulla panchina del Pescara).  Lui stesso, del resto, a partita in corso, ha compreso che era necessario raccogliere le “carte” e ridistribuirle in maniera più adeguata. L’assenza forzata di Bernardini non può suggerire di “rivoluzionare” l’intera difesa. Come non è giusto insistere nel lasciare Coda, là davanti da solo, a fare a “sportellate” con l’intera difesa avversaria. L’ingresso di Donnarumma, errori sottomisura a parte, ha certamente rivitalizzato la manovra offensiva.

Il fatto reale è che alla zona play - off, dopo Vicenza, ci stavano facendo la bocca un po’ tutti. Invece questi mezzi passi falsi casalinghi (Novara prima e Cesena poi) ridimensionano, inevitabilmente, gli entusiasmi di tutto l’ambiente, Curva Sud Siberiano inclusa. Con le presenze all’Arechi che rimangono sempre al di sotto delle aspettative.

Non se ne dolga Alberto Bollini e non ci rimanga male mio “fratello” Angelo se mi sono permesso. Nelle mie espressioni non esiste animosità né pregiudizio alcuno. Ritengo, non a torto, che la Salernitana potrebbe fare di meglio e di più.

Con un concetto sano e imprescindibile: la critica corretta e sincera, mossa da un amico, è comunque costruttiva e porta, sempre, a risultati positivi. Se interpretata nel modo più consono.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 20 febbraio 2017 alle 13:00
Autore: Vittorio Galigani
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