In un finale di campionato anonimo e privo di aspirazioni, le parole di Claudio Lotito rappresentano un terremoto per l'ambiente salernitano. Il co-patron era riuscito a contenere il malcontento per i numeri del botteghino dopo la partita col Novara, ieri invece non ha esitato ad esternare il suo pensiero e si è lasciato andare ad uno dei suoi monologhi, ormai monotoni.

Il refrain è lo stesso da sette anni, i pochi spettatori sugli spalti. Ed in effetti ha ragione, per una piazza come Salerno 6504 spettatori in una sfida non decisiva ma comunque importante sono pochi. In molti da mesi non si recano allo stadio Arechi, anche chi ha seguito la squadra granata in Terza Categoria o il Salerno Calcio in Serie D. Viene dunque da chiedersi cosa abbia causato questo netto calo di presenze nell'impianto di via Allende.

Una domanda che dovrebbe porsi lo stesso Lotito, al quale va riconosciuto il merito di aver riportato il calcio salernitano in Serie B con l'aiuto del socio e cognato Marco Mezzaroma. Allo stesso tempo però il presidente della Lazio, dopo il ritorno in cadetteria, ha tolto ai tifosi la possibilità di sognare confermandolo ieri pomeriggio dopo il pareggio col Cesena. Non soffermandoci sulle parole più forti ("I tifosi ringraziassero Dio se si trovano in Serie B") quello che fa riflettere è la reazione, lecita, di molti tifosi sui social nella serata di ieri. In tanti infatti si sono scagliati contro l'imprenditore romano il quale sembra aver creato uno strappo irricucibile con buona parte della piazza.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 15 aprile 2018 alle 21:00
Autore: Paolo Siotto
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