E' arrivato il giorno di Verona-Salernitana. Il giorno in cui la squadra granata, anche se con un'altra proprietà e con anni di sofferenza alle spalle, tornerà in quel "Bentegodi" maledetto per affrontare i rivali dell'Hellas. Sono passati oltre cinque anni da quella sfida play - off, la cui andata si giocò appunto in terra veneta. Una partita già decisa, non dal Palazzo, ma dal destino. La Salernitana da favola targata Breda perse con due rigori assegnati dall'arbitro Di Bello. Al ritorno un altro rigore, questa volta in favore dei granata, decise la contesa ma non bastò. Quello di Carrus fu l'ultimo gol dell'era Lombardi, terminata poche settimane dopo con il fallimento della Salernitana Calcio. Ad agosto, seppur tra tante difficoltà, il pallone tornò a rotolare sul manto erboso dell'Arechi. Era l'esordio ufficiale del Salerno Calcio di Lotito e Mezzaroma che, ancora una volta ai rigori, pagò dazio contro l'Internapoli nella sfida di Coppa Italia. Poi la prima vittoria in campionato contro il Palestrina, che diede il via ad una stagione culminata con il ritorno tra i professionisti, seguito da quello dei beni immateriali, di Sua Maestà, la Salernitana. Un susseguirsi di vittorie, successi ma anche delusioni che grazie a uomini come Perrone e Menichini hanno riportato la Salernitana in quella Serie B strappata proprio del Verona. Oggi si torna lì, al Bentegodi, con 716 tifosi al seguito ed un pensiero fisso: quelle lacrime sotto la Curva Sud dei vari Ragusa, Murolo, Fabinho. E non importa come finirà. L'importante è esserci arrivati. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 29 gennaio 2017 alle 10:00
Autore: Paolo Siotto
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