Uomini veri, calcio vero. Altro che i bambini viziati di oggi che guadagnano milioni di euro e non hanno minimamente idea di cosa siano i veri valori della vita. La caratteristica fondamentale della Salernitana anni Novanta è l’amore che ancora oggi lega allenatori, calciatori, dirigenti e tifosi. Un qualcosa forse di irripetibile, per la commozione e il dispiacere dei nostalgici e delle migliaia di persone che hanno vissuto quell’epoca con un trasporto emotivo immenso. Quando va via “uno di noi” è logica conseguenza che tante vecchie glorie riservino un ricordo pubblico, toccante, mai banale e retorico. Ecco la lettera di Vittorio Tosto per il compianto Masinga:

“Argentini, Brasiliani, Croati, Svizzeri, Australiani, Slavi, Uruguaiani, Messicani, Canadesi, Rumeni, Portoghesi e tanti altri ancora….. ho visto arrivare nella squadra in cui militavo stranieri di ogni dove e per la prima volta arrivi tu un Africano del Sud. Eravamo a Salerno e lui si presento’ con una giacca orribile e gli occhi rossi carichi di rabbia.
Ero scettico perche’ da ragazzo quando dormivo nelle stazioni li temevo avevo paura di loro.  Tra gli stranieri menefreghisti con lo stipendio facile ne ho visti tanti di passaggio ma lui era diverso,aveva nel sangue la fame della sua famiglia e del suo paese,era un Bafana. Era fisso a casa mia al parco San Matteo. Una sera divoro’ una teglia piena di polpette rosse con non si sa’ quando pane e le mani unte che a vederlo mi faceva allegria,ancora oggi ne parliamo con Franca a distanza di anni.

Amicomi’  per me era il suo nome e non parlando Francese lui capiva. Salerno era diffidente con lui dopo la sola Ferrier e glielo dicevo,tu gol io polpette e rideva con quella mascella enorme e denti così bianchi che non capivo come facesse visto che non conosceva i dentisti,semplice non sapeva cosa fossero le caramelle .Era un calciatore normale con caratteristiche simile a tanti nelle categorie inferiori ma aveva cuore,testa,fame e sopratutto sangue negli occhi tipica dote della sua terra selvaggia. Salerno si rivelo’ per lui la scelta migliore. Ci salvammo in serie B grazie anche alla seconda parte ottima della sua stagione con gol decisivi, ricordo un 4 a 1 al Brescia con un mio cross e gol di testa suo sotto la curva sud con capriole infinite ed esultanza di uno che la sentiva,amava il sud e mai lo avrebbe tradito. Fil approda al Bari e scrive un altra pagina bella. Lo ritrovo da avversario e l’accoglienza ricevuta da lui come avversario e rimasta sulla bocca dei miei compagni. Diventa un perno della nazionale! Dio poi Io diceva sempre! E’ Dio lo premia! Il Sud Africa si guadagna la possibilità per la prima volta nella sua storia di giocarsi uno spareggio per qualificarsi al Mondiale,lui è il capitano e punto di riferimento di quella squadra di quella gente e cosa fa???? segna il gol decisivo diventando l’eroe nazionale.
Rimpiango ancora non esser andato a Johannesburg nella sua dimora per il mondiale delle vuvuzela sai che spasso con lui….mannaggia i rimpianti!
Amicomi come sempre poche parole ma  per te le spendo volentieri.
Credo che tutta l’Africa a gli occhi rossi come non mai grazie a te.
Ciao Fil”

Sezione: News / Data: Mar 15 gennaio 2019 alle 12:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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