Solo nel deserto. E non sarà la prima volta. Angelo Gregucci ricomincia oggi da San Gregorio Magno: partenza questa mattina per il “ritiro a oltranza”, poi tutti in campo nel pomeriggio con undici giorni davanti prima di Salernitana-Venezia, la partita che segnerà la ripresa del campionato dopo la sosta, in un Arechi che sarà spoglio come non lo si vedeva da un pezzo. È il primo atto dello sciopero del tifo deciso dalla Curva Sud Siberiano, estremo rimedio a mali estremi che - per beffarda coincidenza del destino - l’allenatore di San Giorgio Ionico ha già vissuto due volte, e con questa sono tre. La prima 15 anni fa. Era l’autunno del 2004, al crepuscolo dell’era Aliberti. Gli ultras convocarono un incontro pubblico al mercato di Pastena: «Incontriamoci per decidere quale forma di protesta attuare». La gestione del presidente di San Giuseppe Vesuviana era ai titoli di coda, la contestazione nel pieno. La torcida varò la linea dura. Diserzione. Il weekend successivo si giocava Salernitana-Cesena. In un silenzio spettrale, in una cornice deprimente, i granata di Gregucci, ch’era subentrato poche settimane prima ad Aldo Luis Ammazzalorso, vinsero 6-1. Fu l’inizio d’un filotto di successi che cambiò (per un po’) i connotati a quella stagione del cavalluccio marino, dando per qualche settimana pure l’illusoria sensazione d’un sogno ad alta quota. Dieci anni dopo, stessa storia, stesso posto, stesso deserto. Salernitana-Barletta era la prima di “Greg”, chiamato al capezzale della società di Lotito e Mezzaroma dopo l’esonero di Carlo Perrone (che a sua volta aveva sostituito Stefano Sanderra). All’alba di febbraio 2014, la Salernitana che voleva risalire la china e puntare ai playoff nel suo primo anno di terza serie riuscì a inaugurare bene il nuovo corso tecnico, superando per 3-0 i pugliesi. Pure quel pomeriggio, però, l’Arechi tolse suoni e vibrazioni. Già nella precedente gara interna, contro il Gubbio, la Curva Sud aveva scelto di ritrovarsi all’esterno dello stadio (proprio come accadrà il prossimo 30 marzo) e la protesta fu prorogata. Morale: anche in quel caso, la squadra di Gregucci vinse nel silenzio. L’ex vice del ct Mancini non è scaramantico, però magari di questi tempi anche i due precedenti ben auguranti, di sorrisi in giorni tristi, possono servire a tirarsi un po’ su.

Sezione: News / Data: Mar 19 marzo 2019 alle 14:00 / Fonte: La Città
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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