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Con Sousa la Salernitana ha fatto tredici! Quando il tecnico è stato un calciatore importante, ma soprattutto un centrocampista

di Roberto Sarrocco

Tredici gare con Paulo Sousa per una Salernitana che con il tecnico portoghese ha veramente fatto tredici. Come si suol dire, l'uomo giusto, al posto giusto, e forse anche al momento giusto. Poteva venire prima, questo si, magari nella sosta mondiale o dopo il tracollo di Bergamo, ma evidentemente i tempi non erano maturi, da ambo le parti. Ma alla fine è arrivato, e con lui anche la svolta, i risultati, i miglioramenti. Una Salernitana che fraseggia di meno ma colpisce di più, più sicura in retroguardia e sempre in partita, soprattutto nella ripresa quando il tecnico con i suoi cambi modifica sempre l'inerzia del match. Quasi come un copione che si ripete.

A Sousa piace stravolgere le carte in tavola, questo è un dato di fatto. I punti conseguiti nella seconda metà delle gare sono quasi la sua totalità, soprattutto nei pareggi e nel riprendere le gare dopo lo svantaggio iniziale. Soprattutto contro le big. Sousa parte con un assetto e ne finisce con un altro. Parte ad 1 punta o al massimo 2, per finire quasi sempre con un tridente o quasi. Anche al cospetto di squadre blasonate come Milan, Inter, Napoli e compagnia. Quasi a dire non importa di chi ho dinnanzi. Un attestato di sicurezza e coscienza dei propri mezzi davvero importante, che propina un'iniezione di fiducia incredibile a tutta la squadra. Più passa il tempo della gara e più sale il baricentro della squadra, sia in casa che in trasferta, sia contro il Napoli che contro la Sampdoria.

D'altronde quando un tecnico è stato un calciatore importante, e soprattutto un centrocampista, il risultato è quasi sempre assicurato. Ancellotti, Guardiola, Zidane, Conte, ora Xavi, ma anche Allegri e i meno blasonati ma ritenuti comunque molto validi come Italiano, De Zerbi e Thiago Motta, sono tutti centrocampisti che hanno militato in squadre più o meno importanti, ma in ruoli nevralgici: dalla cabina di regia, ora play basso, alla trequarti, dall'interno di centrocampo, ora mezzala: tutti calciatori che hanno visto il gioco in campo e replicavano le direttive dei propri tecnici in panchina. E non lo scopriamo certo noi. Un allenatore quando da indicazioni si rivolge per il 90% ai centrocampisti: perchè sono loro a fare filtro con la difesa e a rifornire il reparto offensivo. Entrano nelle due dinamiche di gioco, quella di difesa e quella di attacco, e sono consapevoli di tutti i meccanismi in ambo le parti.

Non a caso Sousa è stato un grande centrocampista, Paulo Sousa è stato un centrocampista dotato di tecnica, personalità e visione di gioco, tutte caratteristiche riconoscibili anche nella sua nuova vita da allenatore. D'altronde ha vinto tanto, tra campionati, Champion's League e supercoppe, sia da allenatore (all'estero) che da calciatore. E poteva vincere ancora di più se quel ginocchio avesse fatto il bravo durante la sua carriera in campo. Un allenatore molto preparato tatticamente, camaleontico e che sa quello che devono fare in campo i calciatori, un pò per innate capacità, un pò proprio per quell'esperienza sul campo non da poco. Con lui la Salernitana ha fatto tredici, in tutti i sensi. Teniamocelo stretto. 


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