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Salernitana double face: primo tempo scioccante, ripresa di cuore e grinta. Le assenze non possono essere un alibi...

di Valerio Vicinanza

Tre gol in tredici minuti, quattro in un tempo. Peggio non poteva iniziare il Colantuono bis sulla panchina granata, con una vera e propria disfatta senza appello contro l'Empoli, sulla carta, una delle dirette concorrenti per la salvezza. Primo tempo letteralmente scioccante, quello al quale abbiamo assistito oggi e che certamente non può essere ridimensionato dal secondo tempo di carattere di una Salernitana ferita nell'orgoglio come un pugile all'angolo. Servono spiegazioni, perché, pur con tutte le difficoltà del caso, è inammissibile sottoporre i tifosi accorsi all'Arechi, sempre encomiabili per tifo e spettacolo, a un tale scempio, che rappresenta una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti di un'intera piazza. La passività disarmante con la quale la difesa granata è stata trapassata dagli imprendibili attaccanti empolesi sembra non discostarsi affatto da quel concetto di "remissività" imputato a Castori, al quale è costato la panchina. Inutile nascondersi dietro alla pur comprensibile attenuante legata agli infortuni, che non può in nessun modo costituire un alibi di fronte a spettacoli di una simile pochezza. Alla luce della prestazione di quest'oggi sorge pertanto spontanea la domanda se il problema di questa squadra fosse realmente legato all'allenatore; in campo, d'altronde, scendono pur sempre i giocatori, alcuni dei quali hanno fin qui dimostrato di non essere all'altezza di un palcoscenico come la Serie A. 

Si tratta di un'onta difficile da lavare, una scoppola dopo la quale i possibili scenari sono sostanzialmente due: risorgere o affondare. La Salernitana deve pertanto ritrovare la rabbia, l'energia e la voglia di riscatto per ripartire, darsi, per così dire, la spinta dal fondo, quello toccato con la partita di oggi. I granata sanno di poter contare, nonostante tutto, sul supporto incondizionato del pubblico, capace di cantare anche durante il rigore del 4-0, che però non è più intenzionato ad essere preso in giro da simili prestazioni né tantomeno dalle nebulose vicende societarie, col destino di un club ancora appeso a un filo. Buoni sì, ma fessi no, recita un aforisma dialettale noto dalle nostre parti e quanto mai azzeccato in questa circostanza. 


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