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SALERNITANA, SERVE BEN ALTRO PER MANTENERE LA PROMESSA DI APRILE. BASTA SCUSE, SI INVESTA!

di Luca Esposito

15 giorni di mercato hanno partorito l’arrivo di un esterno sinistro che l’anno scorso fu “sedotto e abbandonato” prima dell’arrivo di Lopez e che oggi arriva in un ruolo in cui la Salernitana è già coperta. Chi si aspettava di andare a Pescara col bomber che manca da tre anni, il regista d’esperienza e un grande difensore centrale che potesse sopperire alle lacune di Billong e Migliorini rimarrà deluso. Mentre il Benevento, già virtualmente promosso, mette mano al portafoglio e prende Moncini, l’Empoli ufficializza Tutino e La Mantia e tanti altri club trattano le prime scelte, a Salerno si giocherà uno scontro diretto con tre titolari squalificati e la necessità di fare i salti mortali per schierare un undici competitivo. Il comunicato di aprile non ammette repliche: Lotito e Mezzaroma hanno promesso investimenti per la rrprozione diretta e, questa squadra, certamente non è attrezzata per questo grande salto. I patron e la dirigenza non si accorgono che lo stadio è sempre più vuoto e la contrapposizione tra i 30mila nel giorno del centenario e i 1700 paganti delle ultime gare interne dovrebbe far riflettere. Invece la proprietà è assente ,il direttore sportivo continua a dire che non serve il centravanti, l’allenatore sta valorizzando per lo più i giovani della Lazio e molti elementi in rosa sono in prestito e pensano al proprio futuro a tinte biancocelesti. Come mai squadre come Benevento, Spal e Lecce hanno impiegato un solo anno per il doppio salto mentre la Salernitana deve vivacchiare in B? Perché a Roma il presidente Lotito vince e convince ma a Salerno deve ripetere il solito ritornello del “vi ho preso dall’Eccellenza” senza spiegare come mai in quattro anni si siano giocati due volte i playout salvandosi soprattutto per le disgrazie di Lanciano e Foggia? Abbiamo sempre detto che questo è un buon organico, ma chi vuole vincere deve allargare i cordoni della borsa in tempo utile e non aspettare i saldi del 31 gennaio. La verità è che questa Salernitana ha tutte le potenzialità per esplodere, ma nel momento decisivo fa un inspiegabile passo indietro. C’è da lavorare sotto tutti i punti di vista, non ci sono dubbi: marketing (i giovani non tifano per i colori granata, ma non si fa niente per riempire l’Arechi), comunicazione (mettere tutti nelle stesse condizioni di svolgere il proprio lavoro senza fare “a chi figlio e a chi figliastro”), rapporto con la piazza (compresa questa scelta di allenarsi a porte chiuse…ma non per tutti), settore giovanile. Nel bando pubblico emesso nell’estate del 2011 l’amministrazione comunale obbligava la società subentrante a puntare al raggiungimento della massima categoria valorizzando i giovani del territorio. Dal 2015 ad oggi questo percorso di crescita si è arrestato e spesso Lotito ha anteposto la valorizzazione dei laziali alla scalata della Salernitana. Chi porta 1000 persone in trasferta e 18mila paganti alla terza giornata di campionato merita molto, ma molto di più. Si faccia chiarezza, una volta per tutte. Queste ultime due settimane saranno le ultime per consentire a Lotito, Mezzaroma e Fabiani di proporre un progetto credibile. Altrimenti si dovrà iniziare ad avvalorare la tesi di chi parla di un galleggiamento eterno che emoziona meno dei tanti campionati di C che la proprietà rinfaccia con ironia.


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