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Verdetto amaro e meritato, ecco perché...

di Maurizio Grillo

Ultima spiaggia, turno potenzialmente favorevole, tirare fuori l'orgoglio. Perchè, in fondo, "basta vincere gli scontri diretti per riaccendere la fiammella della speranza". Passano le settimane, eppure ci ritroviamo a dire sempre le stesse cose e a fare i medesimi ragionamenti, utili probabilmente ad aggrapparci a qualunque tipo di speranza pur di non accettare l'amaro e meritato verdetto del campo. Perchè, ad oggi, mai retrocessione è stata più giusta e con una serie di responsabilità evidenti e di errori clamorosi. Nemmeno impegnandosi si sarebbe potuto sbagliare tanto, a tutti i livelli e con nessuna componente esente da colpe. Proviamo a ragionare con logica e distacco emotivo: è possibile sperare che una squadra, attualmente a -9 dalla salvezza, possa vincere 6-7 partite su 11 quando ha ottenuto appena 2 successi su 27? Con il peggior attacco, la seconda peggior difesa, un rendimento casalingo horror (tutte perse le gare all'Arechi nel 2024!), un allenatore come Liverani in panchina e una rosa così incompleta? Costruita male da De Sanctis e aggiustata peggio da Sabatini, uno che gode ancora di discreta immunità nel ricordo di ciò che è stato e non per quanto realmente dimostrato in questa sua seconda parentesi a Salerno. E, con l'esplosione del caso Dia (quello che il sottoscritto esortava a cedere già da giugno), ci ritroveremo a giocare le ultime gare con Simy e Ikwuemesi in attacco o Tchaouna falso nueve.

Senza dimenticare che, in difesa, Pasalidis e Pellegrino non sembrano superiori a Daniliuc e, addirittura, a Lovato e che a centrocampo si sta facendo una fatica immensa. Se poi a destra Zanoli è quello che stiamo vedendo e ci aspettiamo le giocate salvezza da Vignato (riserva in B a Pisa), allora meglio proiettarci già all'anno prossimo. Certo, battendo Cagliari e Lecce si può tentare di rimandare quantomeno l'aritmetica e di salvare la dignità sportiva di una città che, numeri alla mano, sta continuando a stupire in positivo garantendo 20mila presenze in casa e 2000 fuori. Ora l'obiettivo massimo sembra essere quello di retrocedere in piedi, a testa alta, senza regalare nulla. Proprio come accaduto a Udine, ad esempio. Per la serie "siamo già in B, ma per batterci dovete sudare fino al 95'. E, magari, vi portiamo giù con noi", una sorta di vendetta sportiva verso chi, sullo 0-4 e senza giocarsi nulla, nel maggio del 2022 infieriva in un Arechi da 32mila che viveva un dramma calcistico per fortuna cancellato dal Venezia. Lo ripetiamo, a scanso di equivoci: qui tutti siamo legatissimi alla Salernitana, chi - come il sottoscritto - la segue da decenni soffre, perde il sonno, si arrabbia e prova un senso di impotenza frustrante rispetto a questa situazione.

Questo, però, non autorizza a perdere senso critico e onestà intellettuale. -9, trasferte a Roma, Torino e San Siro, tandem Fiorentina-Atalanta in casa e con almeno 19 punti da conquistare e tre avversarie da mettere sotto. Lo trovate verosimile? A nostro avviso sarebbe molto più utile indire una conferenza stampa, scusarsi, accettare che una stagione storta può capitare e promettere che, da oggi, si inizia una ambiziosa programmazione futura mettendo a posto conti e bilanci. Si può e si deve parlare già da ora con Gyomber, Candreva, Kastanos, Pierozzi e con lo stesso Bonazzoli esortandoli ad essere protagonisti della stagione della rinascita, in quella serie B che è per antonomasia il campionato più difficile in assoluto. Salerno saprà rispondere con affetto, sostegno e presenza qualora si opererà con chiarezza e trasparenza, assumendosi le responsabilità senza aggrapparsi ad alcun tipo di alibi e spiegando cosa sia cambiato da roboanti promesse quasi totalmente disattese. Che sia Arechi o Volpe, che sia Sabatini o un nuovo ds, che si riparta da zero o si mantenga una minima ossatura di questo organico, ma la Salernitana è stata presa in A, con bilancio in attivo e a prezzo d'affare ed è lì che - eventualmente - va lasciata se qualcuno ha intenzione di disimpegnarsi.
 


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