Andrea Bovo ❤ Marianna Criscuolo
C’è stato un gradito ritorno in casa Salernitana nel mese di ottobre: quello del centrocampista Andrea Bovo, già granata nella stagione 2005/2006. Seppur solo per un anno con indosso la maglia granata, l’esperienza a Salerno di nove anni fa ha fatto conoscere a Bovo colei che sarebbe poi diventata sua moglie. Una stagione importante anche fuori dal rettangolo verde, quindi, per il centrocampista che a campionato in corso è giunto per rinforzare la zona nevralgica del campo. Tanti anni in serie B in questi anni in cui si sono divise le strade di Bovo e della Salernitana per poi accettare l’offerta del sodalizio di Lotito e Mezzaroma che ha come obiettivo lo stesso di Bovo: tornare a disputare il campionato di Serie B. La redazione di TuttoSalernitana.com ha chiesto alla moglie, la salernitana Marianna Criscuolo, che persona è Andrea Bovo fuori dal rettangolo verde.
“Ci siamo conosciuti attraverso amici in comune nove anni fa, nella sua prima esperienza a Salerno”.
Come ti ha conquistata?
“Con il suo umorismo. Andrea è molto simpatico, estroverso e mi fa ridere tanto; questo aspetto è molto importante”.
Sapevi della sua professione?
“Sì, ho sempre seguito la Salernitana. Mio padre portava me e mia sorella nel settore Distinti; sono sempre stata e continuo a essere tifosa, seguo anche la Serie A”.
Pregi e difetti?
“Un difetto è che è troppo buono, cattiveria zero, e a volte alcune persone possono approfittarsene. Per il resto è molto premuroso, generoso, e sia a me sia a nostro figlio Nicolò non fa mancare niente, a partire dalle piccole cose di tutti i giorni”.
Che tipo di papà è ?
“Un papà bravissimo, molto presente e Nicolò è legatissimo ad Andrea; anche se i maschietti preferiscono stare con le mamme lui lo adora, tifa per lui ed è presente all’Arechi tutte le domeniche, mentre Andrea lo accompagna a scuola e trascorrono molto tempo insieme”.
Vorrebbe Andrea un futuro da calciatore per Nicolò?
“Immagino di sì, non lo so. Diciamo che sin da piccolino è cresciuto con un pallone tra i piedi, chissà”.
Lo seguite anche in trasferta?
“Quest’anno no perché le trasferte di Lega Pro sono abbastanza ‘particolari’, però a Padova e alla Spezia sì, lo seguivamo anche fuori”.
Il calcio ha mai influenzato il vostro rapporto?
“Per ora no, più che altro influenza il suo umore perché non è dei migliori quando le cose vanno male ma non a tal punto da condizionarci. Io e Nicolò cerchiamo di distrarlo per far passare i momenti no che possono esserci”.
Prima di ritornare alla Salernitana a ottobre lui era svincolato. C’è stato qualche aneddoto prima del ritorno in granata, ha rifiutato qualche offerta o ha firmato convinto della decisione di ritornare in Lega Pro dopo i tanti campionati disputati in Serie B?
“Andrea avrebbe voluto mantenere la serie cadetta perché negli ultimi anni ha sempre giocato in B; in Lega Pro sarebbe sceso solo per la Salernitana e così è stato. Tra l’altro ha ritrovato Trevisan con cui ha giocato a Padova, e Trevor è un grande amico, d’altronde anche a Padova c’era un bel gruppo e stavamo sempre insieme. La Salernitana è una società solida, ha una buona squadra e speriamo di toglierci soddisfazioni, magari ritornando entrambi in B: sarebbe l’ideale, la B con la maglia granata”.
Il momento calcistico più bello?
“Sicuramente i play-off con il Padova per la Serie A, fu un momento emozionante”.
C’è qualcosa che vorresti dirgli?
“Gli auguro di togliersi soddisfazioni calcistiche, soprattutto dopo quest’estate un po’ difficile e negativa, e di raggiungere gli obiettivi prefissati con la Salernitana”.