Raccontare quanto accaduto in queste ultime 24 ore di mercato così intense al termine di una giornata sfiancante anche per chi vi scrive significa mettere il proverbiale dito nella piaga. La società, nelle persone di Claudio Lotito e Marco Mezzaroma, ha perso una grande e forse ultima occasione per lanciare un segnale alla piazza e per mettere a disposizione dell'allenatore una rosa completa. Per un acino di sale si rischia di buttare la minestra, perchè non è concepibile riuscire miracolosamente a piazzare un flop come Giannetti, cedere anche Lopez risparmiando in poche ore due ingaggi molto onerosi, garantirsi due slot liberi per intervenire e...tornare a casa a mani vuote. Certo, non è tutto da buttare: Coulibaly lo ha chiesto Castori, Sy è elemento di prospettiva strappato alla Sampdoria, Durmisi se sta bene è top in categoria, Kiyine aggiunge qualità, Jaroszynski rende ancora più forte il reparto arretrato e Boultam a nostro avviso è innesto sottovalutato. Sarebbe bastato aggiungere un attaccante per meritare un voto in pagella, invece la gestione delle ultime ore è stata quantomeno opinabile. A partire dal messaggio indiretto di Mezzaroma che, legittimamente, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma ha chiesto ai giornalisti di rimarcare quanto la crisi economica renda impossibili determinate operazioni. Tutto giusto, presidente, ci mancherebbe. E se si leggessero tutti gli articoli si noterebbe che è un concetto sul quale battiamo da tempo. Ma se vai in serie A ti rientra in dieci minuti venti volte di più di quanto hai speso a gennaio e, considerando che sono arrivati tutti in prestito o dalla Lazio, un minimo sacrificio in più si poteva fare.
Non necessariamente La Gumina, che è un ottimo attaccante ma non vale 5-6 milioni di euro, magari nemmeno Moncini perchè non dava garanzie fisiche, ma una squadra che vuole provare a vincere il campionato può e deve lanciare un segnale. Oggi la piazza aveva risposto. E' bastato trattare un calciatore di livello per vedere centinaia e centinaia di persone caricarsi, entusiasmarsi, prendere d'assalto il web per sperare ci fosse una inversione di tendenza rispetto alle sessioni invernali precedenti. E invece, quando era praticamente tutto fatto, lo stop per motivi economici senza aver individuato una alternativa. In pratica oggi la Salernitana ha una marea di esterni a sinistra, ma più portieri che attaccanti. Con due slot liberi non sfruttati (e non crediamo che gli svincolati offrano soluzioni), una piazza che è arrabbiatissima (o forse delusa per questo Ceravolo-bis), una concorrenza che si è rinforzata (niente di eccezionale, ma hanno integrato su una base già teoricamente superiore) e un reparto offensivo che si è addirittura indebolito. Non per Giannetti, che aveva ormai l'etichetta di separato in casa appiccicata addosso, quanto per un discorso numerico. Tutino è diffidato e il destino non voglia mai che a Djuric o Gondo venga un raffreddore. Non si doveva arrivare al primo febbraio per cercare la punta, il bomber da doppia cifra manca ormai dai tempi di Coda e Donnarumma. Ben intenso: l'organico, nel complesso, è interessante. Il pacchetto arretrato, arricchito da Belec, non ha nulla da invidiare a nessuno, in mediana c'è un minimo di qualità in più, sugli esterni il salto in avanti c'è stato, ma...manca sempre quel qualcosa in più per sentirsi coperti e non avere rimpianti a fine stagione.
Fiato alle trombe per chi non aspettava altro e ha quasi dimenticato che c'è una Salernitana seconda in classifica (seppur in condominio con altre tre squadre), che a Reggio Calabria ha disputato un buon secondo tempo e che, con il rigore fallito da Djuric, torna a casa anche rammaricata. Castori si è detto soddisfatto, ma era evidente fosse deluso per la chiusura senza botto. Ora, finalmente, il mercato è alle spalle e si potrà parlare di calcio giocato. Fino a giugno sostegno incondizionato ad un gruppo che ha onorato la maglia, che ha sei alternative in più di un certo valore (ma solo una di proprietà, nemmeno Boultam è arrivato a titolo definitivo), un mister capace, numeri da record e uno scontro diretto col Chievo che, se vinto, potrà rasserenare il clima. Perchè oggi non siamo arrabbiati, ma delusi. Perchè bastava un piccolo sforzo per riportare tutti dalla propria parte. Perchè vorremmo capire come mai avessero promesso interventi nei reparti carenti per poi indebolire un attacco che già fa fatica a segnare. Una proprietà forte paga gli stipendi in anticipo, ma sa anche investire in tempi difficili. A rischio e pericolo, certo, con grande sacrificio (e 11 milioni di euro di monte ingaggio sono elementi a favore della proprietà), ma con un obbligo quasi morale dopo un quinquennio condito da due mezze retrocessioni, due campionati anonimi e uno strappo con la tifoseria che ha fatto registrare il minimo storico in termini di entusiasmo. Bastava poco, veramente poco. Nulla vieta di centrare i playoff con questa rosa, ci mancherebbe, ma sulla carta Empoli, Monza, Spal e Lecce restano superiori. E. come fatto in D, C2 e C1, ci piacerebbe vedere anche in B una corazzata che possa giocarsela con tutti. Salerno avrebbe applaudito a prescindere. Invece va a dormire con enormi rimpianti e tanti punti interrogativi. Al netto di una Salernitana che continua ad essere lassù con pieno merito.
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