Il Sassuolo di Alessio Dionisi eredita giocatori ed idee di impianto dalla squadra effervescente che Roberto De Zerbi aveva creato. Dionisi è stato scelto sia per le sue capacità ma anche perché pratica una filosofia di gioco simile al suo predecessore, per dare continuità a quel 4-2-3-1 che tanto bene ha fatto in Emilia negli ultimi anni. Partito Locatelli destinazione Juventus, il Sassuolo ha puntato su Frattesi e su Matheus Henrique, playmaker brasiliano in prestito dal Gremio. Nelle ultime 24 ore di mercato inoltre è partito anche il bomber Caputo, che sembrava fuori dai piani del nuovo tecnico, sostituito “in casa” dalla conferma di Scamacca dopo la buona stagione in quel di Genoa. Stesso modulo, pochi cambi, nuovo allenatore: il Sassuolo era partito forte, per poi patire tre sconfitte consecutive nonostante delle prestazioni sempre all’altezza.
IL CREDO TATTICO DI ALESSIO DIONISI
Alessio Dionisi non sarà ricordato certo per la sua carriera di giocatore, ma molto probabilmente per quella da allenatore. Appende le scarpette al chiodo a soli 34 anni per dedicarsi al calcio allenato ed arriva sul palcoscenico della A dopo aver vinto e convinto con l’Empoli lo scorso campionato di B. Fermo sostenitore del 4-3-1-2 con il classico centrocampo a rombo come visto lo scorso anno, col Sassuolo il tecnico toscano si è “adeguato” alla filosofia dezerbiana, abbracciando il 4-2-3-1, con due esterni alti (Berardi e Boga) a sostegno di una punta mobile, come Raspadori. A completare il terzetto offensivo un trequartista moderno come Djuricic, bravo in entrambe le fasi. Due centrali di centrocampo proteggono una difesa a quattro dove i due esterni spingono quanto basta, senza eccedere e senza restare troppo alti. Importante per il gioco di Dionisi la qualità dei due centrali di centrocampo: a Dionisi piace palleggiare molto e cercare con il possesso palla di arrivare in attacco. Di conseguenza i due centrocampisti centrali non sono incontristi puri e ruvidi, alla Castori per intenderci, ma giocatori dotati di buone doti tecniche e bravi a fraseggiare dalla mediana in su.
COME GIOCA IL SASSUOLO
Il 4-2-3-1 proposto da Dionisi prevede un possesso palla globale, che coinvolge spesso gran parte della squadra in ogni azione offensiva. Il suo modo di fare calcio si basa sulla costruzione dal basso, che parte dai due centrali (Frattesi o Maxime Lopez finora) che si abbassano a ricevere palla e danno il via alla manovra. Se i due centrali non hanno campo o sono marcati, ad avviare la manovra ci pensa uno dei due centrali, quasi sempre Ferrari, che chiede ad uno dei terzini di allargarsi e supportare la manovra. L’esterno che sale cerca il dialogo con i centrocampisti o il trequartista, o la sovrapposizione con l’esterno alto sul suo binario. A Dionisi piace cambiare spesso le posizioni in campo, al fine di non dare riferimenti, invertendo destri e sinistri costantemente. La maggiore pericolosità proviene dalla trequarti: gli strappi di Boga, abile driblatore e con una progressione impressionante si alterna alla sterzata interna di Berardi, che dalla destra si accentra per tirare a piede invertito con il sinistro verso la porta. Altra soluzione è la verticalizzazione rapida che spesso si cerca su Raspadori, bravo ad incunearsi per le vie centrali ed intelligente nello scambio stretto con Djuricic o con uno tra Boga e Berardi.In fase di non possesso la squadra di Dionisi non si lascia apprezzare per il pressing alto: all’ex tecnico dell’Empoli piace infatti aspettare e disporsi in maniera ordinata dietro per chiudere tutti gli spazi senza strafare dal punto di vista atletico. Spesso il pressing è portato a turno solo dal terminale offensivo in caso di costruzione dal basso avversaria. I terzini spingono poco e quando uno dei due si lancia in avanti, l’altro si allinea ai due centrali per formare una difesa a tre perfetta. La difesa, comandata dall’esperto Ferrari, marca a uomo sia su palle attive che su palle inattive, anche in caso di due prime punte.
PRO E CONTRO DEGLI EMILIANI
Tra i punti di forza sicuramente troviamo il l’intensità, il possesso palla e il gioco palla a terra, che permettono all’undici di Dionisi di creare interessanti trame offensive. In caso di transizione offensiva la squadra è rapida e veloce nel servire i giocatori li davanti, puntando molto sulle doti tecniche ed atletiche di Boga e Raspadori, e sull’esperienza e i colpi di Berardi.
Punto debole della squadra di Dionisi è sicuramente la gestione psico-fisica del match: dal punto di vista mentale la squadra di Dionisi ha dimostrato finora, confermando anche i limiti dell’Empoli dello scorso anno, di non gestire bene gli ultimi 20 minuti di gara, dove paga anche un calo fisico dovuto alla forte intensità sviluppata nella prima ora di gioco. Questo ovviamente anche per via dell’inesperienza dell’allenatore nel saper leggere la partita a gara in corso con i dovuti accorgimenti. I cambi del tecnico spesso sono arrivati in ritardo, non incidendo sull’inerzia della partita. Occhio alla transizione negativa: quando perde palla il Sassuolo fa fatica a ricompattarsi, proprio perché attacca quasi a pieno organico, lasciando solo tre giocatori a difendere la retroguardia.
LA CHIAVE DI LETTURA
La Salernitana contro il Sassuolo non potrà approcciarsi alla gara come nelle ultime due partite, con baricentro avanzato ed intensità. In casa del Sassuolo contro gli uomini di Dionisi, bisognerà fare una gara diversa, con un approccio simile ai primi tempi di Bologna e Torino, ma con la possibilità di sfruttare l’uomo in più in fase offensiva. I due quinti dovranno essere molto bassi per coprire il terzetto difensivo, visto che il Sassuolo sviluppa molto dalle fasce con Boga e Berardi, ed attacca sempre con almeno cinque o sei uomini. Importante sarà sfruttare le transizioni positive: nel caso di recupero palla da parte dei due Coulibaly la Salernitana dovrà essere rapida ed efficacie a verticalizzare per Gondo o Bonazzoli sfruttandone la velocità, o servire Ribery per innestare la manovra offensiva e sfruttare la momentanea superiorità numerica.
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