Il mondo del calcio italiano prova a rimettersi in carreggiata, varando protocolli di sicurezza a tutti i livelli per regolamentare la ripresa. Anche l'Associazione Italiana Arbitri ha stilato il suo vademecum, attenuando, almeno in parte, il severo divieto assoluto di protesta nei confronti del direttore di gara, come vociferato nei giorni scorsi. Il capitano della squadra potrà parlare al direttore di gara, ma a non meno di un metro e mezzo, questo quanto chiarito a La Gazzetta dello Sport dal Presidente dell'Aia Nicola Rizzoli, che ha poi richiamato tutti ad una maggiore serietà nei confronti della classe arbitrale: "Stiamo parlando di correttezza, che dovrebbe già esserci da un punto di vista del rispetto e che prevede che per parlare ci siano solo due persone. L’emergenza legata al virus ci impone la distanza e quindi laddove il capitano verrà a parlare con la giusta distanza e i giusti modi l’arbitro parlerà. Se istintivamente, perché l’istinto e l’adrenalina sono comprensibili, verrà troppo di corsa dimenticando la distanza sarà invitato a mantenersi a un metro e mezzo. Solo se si va oltre il rispetto e la correttezza sarà necessario ammonirlo per comportamento antisportivo. Insomma, è solo un rafforzativo di quello che è un passo culturale da compiere, ma è quello che abbiamo sempre fatto: quando ci sono stati troppi giocatori a protestare dall’arbitro, il direttore di gara non ha parlato, ma ha cercato il capitano chiedendogli di mandare via i compagni per poi parlare. È un’opportunità. Da queste situazioni dobbiamo imparare cosa migliorare e questo vale per tutti, non parlo solo di calcio. E nel nostro caso questi comportamenti possono diventare un bel messaggio: la gente vedrà un rispetto maggiore, con le distanze ed i modi giusti e in quel caso il dialogo ci sarà, se si deve venire addosso a protestare allora ci sarà un deterrente in più contro questo atteggiamento aggressivo".

Sezione: News / Data: Dom 24 maggio 2020 alle 21:00
Autore: Valerio Vicinanza
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