Intervistato dai colleghi di Telecolore, l'attaccante della Salernitana Milan Djuric ripercorre le fasi salienti della sua esperienza con la maglia granata:
"Sicuramente ora c’è una bella differenza. C’erano grosse aspettative giustamente anche da parte dei tifosi e della società, purtroppo non sono riuscito a mantenerle per vari motivi, però sapevo che il momento sarebbe arrivato. In un momento di difficoltà della squadra, per fortuna, sono uscito fuori con questi gol. Penso di avere confermato a tutti che ci sono e non ho mollato mai”.
Che cosa non ha funzionato?
“L’inizio è stato molto difficile per me, soprattutto a livello fisico e per quanto riguarda la squadra penso che il calcio non è matematica. La società ha allestito un’ottima formazione facendo sacrifici economici importanti, purtroppo non abbiamo rispettato le aspettative. Penso si stia costruendo comunque qualcosa di importante a livello di strutture, e anche a livello di organizzazione ci sia un miglioramento importante. Guardiamo positivamente al futuro e alla prossima stagione”.
Non è stato anche un problema tattico?
“Sicuramente per un attaccante giocare vicino all’area di rigore è molto importante e permette anche di finalizzare meglio le occasioni che la squadra gli crea. Effettivamente, nella prima parte di stagione stavo lontano dalla porta, ma in quel momento era una necessità della squadra. Sfruttavamo di più le ripartenze dei giocatori che hanno un grande passo come Jallow, Anderson e altri, invece in questo finale di stagione ci siamo avvicinati di più all’area di rigore. Penso che siamo anche più pericolosi e creiamo maggiormente occasioni da rete e di conseguenza è più facile fare gol”.
Cosa si prova alzarsi dalla panchina e sentire la disapprovazione del pubblico?
“Sicuramente non fa piacere, perché uno sa cosa vale e cosa può dimostrare. Io comunque non ho mai dato tanto peso alle critiche. Non sono presente sui social e non leggo quindi commenti che possono in qualche modo condizionarmi. Poi ho sempre giocato in piazze importanti, in stadi sempre pieni con 25-30mila spettatori. Per un attaccante comunque ci sta: ci sono dei momenti di fischi e disapprovazione, poi è chiaro che se dimostri qualcosa e segni ti prendi anche gli applausi. Un giochino molto sottile e bisogna essere comunque forti mentalmente, non mollare mai, avere l’appoggio della squadra, che devo dire è sempre stata vicina a me, anche nei momenti difficili”.
Sulla trattativa che l’ha portato a Salerno?
“La mia è stata una trattativa molto difficile. Io quando ho sentito Italia e Salernitana, ho manifestato subito la voglia di tornare per un discorso mio personale, volevo dare una svolta. E’ un discorso anche di famiglia, io ho due bambini e non è stato facile l’adattamento per loro. Quando si parla di soldi è sempre una trattativa complicata, soprattutto quando hai a che fare con i club inglesi che hanno una notevole disponibilità economica, però la Salernitana ed anche il mister Colantuono hanno fatto di tutto per avermi e io mi sono imposto con il Bristol. Dopo un po’ di mesi, perché c’era stato già un primo contatto con il direttore a maggio, siamo riusciti a portare in porto l’operazione”.
Sul tuo futuro?
“Lo immagino a Salerno perché vedo che la società ha voglia di fare dei passi avanti. C’è un grosso centro sportivo e le basi sono buone per fare cose importanti. Si sta programmando a piccoli passi il futuro anche se non è facile in serie B. Penso che la Salernitana possa ambire a traguardi sempre migliori. Devo dire che non mi sono mai pentito di accettare Salerno, perché la società ha sempre creduto in me sin dal primo giorno e io avvertivo una voglia di rivalsa, per l’investimento che è stato fatto su di me e per la fiducia riposta dalla proprietà e dal direttore Fabiani. Ho un po’ tardato, ma meglio tardi che mai”.
Fuori dal campo?
“Diciamo che non sono un ragazzo ‘social’ perché ho due bambini a casa che mi stanno sempre addosso appena torno a casa dall’allenamento e quindi sto in famiglia, magari guardando la sera qualche film, serie tv o partite”.
Sulla prossima gara a Brescia...
"Andremo, dopo questa vittoria, con una tranquillità anche diversa. Sicuramente se avessimo perso o anche pareggiato con il Cittadella sarebbero aumentate le pressioni. Invece, a Brescia saremo un po’ più liberi di mente e di conseguenza la nostra prestazione potrebbe giovarne. Certo, l’obiettivo in partenza era diverso, ma una cosa è fissarselo e un’altra raggiungerlo. Tutte le squadre soffrono la pressione quando ci sono aspettative importanti”.
Il tandem Djuric-Calaiò?
“Lo vedo bene, perché Manu è un grandissimo attaccante e ha fatto una carriera incredibile. Aiuta tanto anche i giovani, che hanno bisogno di qualche dritta in più. E’ un professionista e anche un leader, ci tiene tanto a fare bene a Salerno. Ha tanta qualità, lui arretra, smista, io sono più da area di rigore, quindi penso che siamo una coppia abbastanza assortita bene”.
Avvertite voi calciatori delle responsabilità per l’obiettivo mancato?
“Certo, noi abbiamo le nostre responsabilità, in tante partite potevamo fare qualcosa in più. Comunque abbiamo sempre cercato di dare il massimo, perché raggiungere i play-off o la promozione è importante nel curriculum di un calciatore. Fondamentale è capire gli errori che sono stati commessi per poi partire il prossimo anno cercando di limare il tutto. Solo così si può raggiungere un obiettivo importante. Posso solo dire che la società ha fatto di tutto per metterci in condizione di fare bene, noi calciatori purtroppo abbiamo fatto diversi errori”.
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