Intervenuto attraverso le frequenze di Tmw Radio alla trasmissione "Stadio Aperto" l'ex allenatore della Salernitana Stefano Colantuono ha parlato della situazione vissuta al momento dal sistema calcio italiano, che sta provando a ripartire: "Non so se le istituzioni abbiano fatto il loro, ultimamente non ho visto idee molto concordanti. Bisogna riprendere, pur con tutte le anomalie del caso visto che senza tifosi diventa uno sport. I campionati devono finire e le classifiche devono essere decise dal campo, non da cristallizzazioni o ricorsi, che scaturirebbero qualora si decidesse a tavolino. Eravamo abituati a fermarci un mese, non tre, ma almeno avremo dei responsi che arrivano dal campo". Colantuono ha poi proseguito: "La Serie B deve riprendere. Neanche in Serie A hanno tutte centri sportivi adatti a seguire del tutto i protocolli, figuriamoci in B, sono ancora meno. Se fai un campionato di cadetteria però non puoi attrezzarti ora, la B è importantissima, per me è il torneo più importante d'Europa. Chi vuole andare in A deve prepararsi e deve essere in grado di fare tamponi e il resto. All'inizio c'è stata confusione da tante parti, ma ora deve riprendere la Serie B: tolto il Benevento, c'è il resto tutto da decidere. Tra seconda e terza c'è un solo punto, ma lo stesso discorso vale per il posizionamento playoff".

Quanto alla difficoltà di riprendere il ritmo partita il tecnico romano ha dichiarato: "Non ci scommetterei. Ci sarà una sorta di apprendistato, di rodaggio: è come quando all'inizio di ogni stagione si vedono le prime partite di Coppa Italia, dove le squadre cercano la condizione e di ritrovare il ritmo. Qualche settimana per tornare a pieno regime serve, e penso che si possa assistere a qualcosa di simile, anche se è difficile fare previsioni perché non abbiamo riscontri. A livello mentale? Per chi gioca, senza tifosi, diventa tutto quanto asettico. Si sentono voci, anche se quando comincia la partita devi pensare a quello che succede in campo, alle disposizioni da seguire: magari riesci a mettere da parte la cosa. Parliamo sempre di un calcio strano, diverso, di non-calcio, anche se penso che i giocatori possano trovare la concentrazione, specie in quelle sfide in cui c'è in palio qualcosa".

 

Sezione: News / Data: Mar 26 maggio 2020 alle 21:00
Autore: Valerio Vicinanza
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