Far ripartire il campionato significa rimettere in moto una cospicua fetta dell'economia nazionale, un dato di fatto che ha spinto da settimane i vertici calcistici a lavorare per la ripresa. A confermare l'importanza a carattere nazionale dell'industria legata al mondo del calcio è stato lo stesso Presidente Figc Gabriele Gravina, il quale ha dichiarato al magazine Riparte L'Italia: "Le ragioni profonde dell'azione intrapresa dalla FIGC sono da ricercare nell'impatto reale che il calcio ha nel nostro Paese. Si tratta di un movimento che in Italia coinvolge 4,6 milioni di praticanti, con circa 1,4 milioni di tesserati, di cui 833.000 calciatori tesserati nell'ambito dell'attività giovanile. Ogni anno in Italia si disputano circa 570.000 partite ufficiali, ovvero 1.600 partite al giorno (una ogni 55 secondi). Questi numeri si traducono in importanti riflessi dal punto di vista economico; il fatturato diretto generato dal settore calcio è stimabile in 4,7 miliardi di euro. Di questa cifra, il 23% viene prodotto dai campionati dilettantistici e giovanili, dalla FIGC e dalle leghe calcistiche (1,1 miliardi di euro), mentre il restante 77% (3,6 miliardi) dal settore professionistico, ovvero dal valore della produzione generato dai club di Serie A, Serie B e Serie C. Un dato che evidenza quanto il comparto professionistico rappresenti il principale attore all'interno del sistema calcio e dell'intero sport italiano. Analizzando - conclude Gravina - ciò che il calcio italiano genera non è quindi così difficile capire perché la Figc persegue pervicacemente la via della ripartenza. Ce lo abbiamo nel DNA e lo portiamo anche nel nostro nome: per noi ripartire vuol dire tornare a giocare"

Sezione: News / Data: Mer 27 maggio 2020 alle 21:00
Autore: Valerio Vicinanza
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