Quando si torna indietro nel tempo e si ripensa a quel maledetto pomeriggio di 21 anni fa, ogni tifoso della Salernitana avverte un mix di sensazioni. Il dispiacere per la retrocessione, la disperazione per il vero dramma che si stava per consumare in quel maledetto treno, la rabbia ed un senso di ingiustizia assolutamente comprensibile in virtù di arbitraggi scientifici e di tanti episodi che condannarono senza appello una squadra potenzialmente da coppa Uefa e che non meritava un trattamento del genere. Si scendeva in campo a Piacenza, con oltre 10mila salernitani al seguito e la consapevolezza di potercela fare grazie alla guida esperta di Francesco Oddo. Non c'era Di Vaio, infortunato, ma poter contare su Gattuso, Vannucchi, Di Michele, Fresi e Bernardini trasferiva comunque positiivtà. I biancorossi erano salvi, ancor di più perchè il Perugia era sotto 2-0 in casa col Milan e non poteva creare alcun grattacapo. Quello che accadde negli ultimi secondi al Garilli è una storia troppo brutta e triste per essere vera e credibile. Come fece Bettin, designato per la partita più delicata della giornata pur essendo arrivato a fine carriera, a non vedere quel rigore su Giacomo Tedesco? Poteva cambiare la storia. Del match, del campionato, della Salernitana, di 4 ragazzi, di una tifoseria che ha una ferita in fondo al cuore che non si potrà più ricucire. Quella squadra, al netto degli errori di Delio Rossi e del mancato arrivo di una punta a gennaio, era troppo forte per retrocedere e poteva aprire un ciclo in stile Atalanta. Qualcuno, dall'alto, non ha voluto. E il senso di impotenza rispetto alla palese d'ingiustizia amareggia ancora oggi. 21 anni dopo Salerno non dimentica! 

Sezione: News / Data: Sab 23 maggio 2020 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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