Una caratteristica in negativo dell’era Lotito-Mezzaroma è quella di acquistare ogni anno un calciatore di spicco, il cosiddetto “grande nome”, che poi si è rivelato un vero flop. Andiamo con ordine: nel 2013 la Salernitana, appena promossa in C1 fece il grande colpo di mercato acquistando Pasquale Foggia, calciatore che ha sempre calcato i campi della Serie A indossando anche la maglia azzurra della nazionale, ma soprattutto della Lazio e infatti fu convinto da Lotito a venire a Salerno dopo l’ultima esperienza a Dubai. I tifosi erano in delirio e la campagna abbonamenti decollò velocemente. Diversi problemi muscolari lo resero protagonista di una stagione anonima condita da 22 presenze e soltanto una rete su rigore a Viareggio. A fine anno scelse di dire addio al calcio giocato, rinunciando agli altri 2 anni di contratto. Un gesto che la tifoseria apprezzò molto. Nel 2016 arrivò Alessandro Rosina, voluto fortemente dal nuovo tecnico Sannino e con un contratto quadriennale di circa 350.000 euro netti a stagione. Con l’esonero del suo mentore e l’avvento di Bollini la stagione del trequartista calabrese divenne altalenante, con un  complessivo di 28 presenze e 7 reti. E sinceramente ci si aspettava di più. La parabola discendente in via definitiva furono le stagioni seguenti discendente condita da poche reti e prestazioni imbarazzanti. L’estate scorsa la società cercò di piazzarlo altrove perché ormai fuori dai piani tecnici e invece rimase fuori rosa per tutto l’anno fino alla scadenza del contratto, e due giorni dopo annunciò l’addio al calcio. Insomma anche questo fu un acquisto sbagliato e fu anche una grossa perdita economica tenere a busta paga un giocatore fuori rosa con un contratto così oneroso.

Nel 2018 fu invece l’arrivo di Davide Di Gennaro in prestito dalla Lazio e dopo una lunghissima trattativa per via delle incertezze del centrocampista a scendere di categoria. Egli fu accolto trionfalmente all’Arechi ma progressivamente trascorse più tempo in infermeria, collezionando la miseria di 9 presenze. Infine l’estate scorsa è stata la volta di Alessio Cerci, voluto dal suo pupillo Ventura e un contratto annuale ma comunque oneroso. Tra i vari giocatori nominati lui è sicuramente colui con il curriculum più alto avendo vestito la maglia del Torino, Milan, Atletico Madrid e della nazionale maggiore. Stavolta la tifoseria non fece i salti di gioia per il suo arrivo avendo già sofferto molto per le delusioni passate, ma anche perché Cerci era da oltre un anno che non giocava a calcio dopo l’esperienza in Turchia e purtroppo i tifosi furono lungimiranti. Il calciatore dopo una preparazione personalizzata che stabiliva che sarebbe entrato in forma verso novembre iniziò a collezionare incredibilmente diversi infortuni, un problema che si è portato fino alla fine del campionato. L’esperienza di Cerci si è conclusa con 10 presenze, ma sempre a spezzoni e mai gare intere. L’unica prestazione positiva da citare furono i 60 minuti contro il Venezia dove fu protagonista per l’assist a Karo per la rete del definitivo 2 a 0. Non possiamo augurarci che dopo tutte queste esperienze negative, la società rifletta bene a non fare gli stessi sbagli.

Sezione: News / Data: Mer 05 agosto 2020 alle 20:30
Autore: Marco Ruggiero
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