Era il 2011: nacque il Salerno Calcio, in seguito alla radiazione dal calcio professionistico della Salernitana Calcio 1919 di Antonio Lombardi, che poi fallì definitivamente. La tifoseria granata era disperata: la Salernitana non c'era più. Tuttavia, il nuovo sodalizio sorto tramite articolo 52.10 delle norme federali fu in un certo senso voluto dagli stessi tifosi, i quali spinsero in modo chiaro verso la scelta più logica: il progetto di Claudio Lotito e Marco Mezzaroma.
Anche lo stesso sindaco allora in carica, Vincenzo De Luca non ebbe particolari dubbi su quale progetto far ricadere la scelta. Vi erano diversi imprenditori interessati, e in un primo momento sembrava possibile un clamoroso ritorno di Aniello Aliberti, il presidente degli anni novanta, ma il bando stilato dal sindaco non permetteva l'ingresso di chi aveva già fatto calcio a Salerno. Lotito e Mezzaroma sin da subito si erano dimostrati convincenti e decisi, avevano già le idee chiare. Il pubblico potè allora gioire? Non proprio: non solo il nuovo club aveva un'identità diversa da quella della Salernitana a causa di questioni legali, ma soprattuto la squadra dovette cominciare la sua avventura dalla Serie D, nei dilettanti: una cosa simile, se si esclude la vicenda della Salernitana in Terza Categoria nel 2005 che non concluse nemmeno il campionato (a quei tempi vi era anche la Salernitana di Lombardi nell'allora Serie C1), non era mai accaduta. La Salernitana non aveva mai concluso stagioni al di sotto del terzo livello nazionale, e dunque l'attualità di questo importante dato storico fu spazzata via, complici i debiti e la mancata cessione della precedente società. Sicché dal sogno del ritorno in B (non raggiunto, ai play off), il calcio salernitano si ritrovò con una nuova identità in una categoria per la quale rappresentava decisamente un lusso.
Era un lusso per la Serie D questa nuova creatura, che nacque dalle ceneri della Salernitana. I tifosi si divisero: da una parte c'era chi confidava nella nuova gestione, in attesa dell'acquisizione dell'identità della Salernitana, dall'altra una parte meno consistente ma comunque significativa che non andava allo stadio perché quella squadra per loro non era la Salernitana. Lotito e Mezzaroma tuttavia fecero il possibile per riportare in un tempo significativamente breve il nome, i colori ed il simbolo della Salernitana: ci riuscirono all'indomani della nuova stagione sportiva, una volta vinto il campionato ed ottenuta la promozione in Lega Pro Seconda Divisione. Il 2012 fu per i tifosi un anno splendido: il ritorno dell'ippocampo sul petto, del granata, del nome della Salernitana e del professionismo. Nella stagione seguente poi, vinse un altro campionato, tornando così nel minor tempo possibile, sul campo, in terza serie: l'entusiasmo salì alle stelle. Oltre al campionato, il club di via Allende si aggiudicò anche la Supercoppa della Seconda Divisione, il primo trofeo pienamente ufficiale conquistato dalla prima squadra in oltre novant'anni di storia. Uno degli artefici di questi primi successi della neonata squadra fu sicuramente l'allenatore Carlo Perrone.
Nella prima stagione in terza serie, quella del 2013-2014 la Salernitana si ritrovò nel bel mezzo di una riforma in atto del campionato di sua competenza: erano pertanto previsti molti piazzamenti finali utili per i play off e nessuna retrocessione. Il salto in cadetteria sembrava veramente a portata di mano. Ma così non fu, e la squadra dovette accontentarsi della vittoria della Coppa Italia di Lega Pro.
Infine, giungiamo alla stagione in corso: con Menichini quale allenatore, la Salernitana si pone ad un certo punto come squadra-guida del torneo, ma con il fiato del Benevento sul collo sempre pronto ad inseguirla. Il titolo di Campione d'Inverno lo vincono gli stregoni, ed il campionato è sempre segnato dal testa a testa tra salernitani e sanniti, in un avvincente duello a distanza, fino al derby dell'Arechi, in cui il Benevento fu sconfitto nettamente. Infine, sabato scorso la Salernitana, anche grazie al pareggio degli stregoni con il Messina, vincendo a Barletta per 2-1 conquista il sogno promozione con ancora due turni di anticipo: dopo cinque anni, Salerno è nuovamente nel secondo livello nazionale. Lotito e Mezzaroma, ancora una volta, hanno così dimostrato alla piazza di Salerno quelle che sono le capacità dell'attuale dirigenza: sono i fatti a parlare.
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