Da «non sparate sul pianista» a «lasciate che le suoni al Verona», il passo è stato lunghissimo: venti giorni di attesa, anticamera, verifiche (la Procura Federale non le ha ancora terminate) per Cedric Gondo, l'attaccante che ha rovesciato l'inerzia di Salernitana-Verona, firmando il gol del provvisorio 1-2. Castori lo ha atteso, richiesto e fortemente voluto. Dopo il via libera della Lega Serie A al suo tesseramento, l'allenatore ha dato seguito a quello che aveva già deciso: l'ivoriano è il giocatore di prima linea più allenato, pronto, con maggiore ritmo, che si sacrifica di più.

La forza di Gondo? La spensieratezza, l'esuberanza, l'entusiasmo. Ama la break dance, divora pizze nello spogliatoio e riversa tutto in campo. Gli piace sognare, raggiungere gli obiettivi, non accontentarsi e soprattutto non arrendersi. Gondo ha fame di calcio, ha voglia di sfondare, è umile, adesso è l'attaccante più in palla, il più pericoloso, duttile, un po' guastatore, un po' spalla e un po' finalizzatore. Salerno lo ha conosciuto anni fa - lui e Maistro - durante un'amichevole contro il Rieti allenato da Eziolino Capuano. I telespettatori, invece, lo avevano conosciuto molto prima: Gondo, elemento della Primavera della Fiorentina allenata da Semplici, era parte integrante di un esperimento tv. Tra il 2012 e il 2013, era tra i protagonisti di «Calciatori - Giovani speranze», insieme, tra gli altri, a Bernardeschi e Capezzi. Quando è ritornato, la maglia numero 7 era già presa da Ribéry e lui ha afferrato di buon grado la numero 15, che è numero magico, data familiare insieme al numero 8. E adesso sogna, corre, si propone, alza la mano, fionda in rete. Adesso, non sparate sul pianista, anzi dategli lo spartito della salvezza e lui proverà ad eseguire.

Sezione: News / Data: Ven 24 settembre 2021 alle 17:30 / Fonte: Il Mattino
Autore: TS Redazione
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