"Essere accostato alla Salernitana, anche solo da certi rumors, è un motivo di grande orgoglio. Al momento non ho avuto contatti con la società ma mi auguro possano esserci perché parliamo di una piazza straordinaria". Nel novero delle ipotesi per il post-Ventura c’è anche Paolo Zanetti. L’ex allenatore dell’Ascoli, fermo dallo scorso 27 gennaio proprio per l’esonero dalla squadra bianconera nonostante il dodicesimo posto in classifica e in piena bagarre playoff, ha voglia di ritornare in pista. Magari con una chiamata da Salerno. "Ne sarei onorato ma purtroppo non spetta a me, magari potessi decidere io...", sorride.

Zanetti, l’ha sorpresa l’addio alla panchina della Salernitana di Gian Piero Ventura, che fu suo allenatore al Torino?

"Non conosco i motivi che hanno spinto il mister a scegliere di interrompere il suo rapporto con la Salernitana. A volte, ci sono tanti fattori che non emergono e che restano fuori nelle valutazioni generali. Ventura però ha fatto un grande lavoro con una squadra costruita per raggiungere i playoff: ha dato un’impronta tattica precisa e cercato di costruire qualcosa. Poi, dall’alto della sua esperienza, avrà fatto le sue valutazioni che lo hanno spinto a lasciare".

Che giudizio si è fatto sulla Salernitana targata Ventura anche in virtù di quel pari dell’Arechi nel girone d’andata?

"Ricordo che affrontammo i granata in un momento non proprio positivo per loro, con il pubblico che rumoreggiava in un clima di contestazione. L’impressione che ho avuto sin da subito è stata di una squadra importante per la categoria, con un mix di talenti giovani e calciatori davvero forti da fare invidia: Kiyine, Maistro ma anche lo stesso Djuric o Lombardi, che considero uno degli esterni più bravi della serie B, sono un lusso. Hanno fatto un buon campionato ma hanno peccato in continuità, specie nell’ultimo periodo".

La crescita dei giovani talenti voluta dalla Salernitana si sposa perfettamente con chi ha fatto sbocciare prospetti importanti come Scamacca e Ninkovic.

"Questo mi fa piacere che venga apprezzato anche perché sotto gli occhi di tutti. Scamacca e Ninkovic sono state due mie grandi soddisfazioni: il primo perché ha segnato davvero tanto durante la mia gestione, il secondo perché è finalmente diventato continuo visto il gran talento che possiede. Amo lavorare con i giovani perché c’è bisogno di tirare fuori la loro voglia di emergere così come per l’Italia calcistica c’è bisogno di nuove leve e di una nuova generazione di talenti".

Il mormorio della piazza per la delusione ai playoff o il clima di contestazione che lei ha vissuto durante Salernitana-Ascoli possono essere determinanti nello scegliere se accettare Salerno?

"Se un allenatore si lasciasse suggestionare al momento di un’ipotetica scelta solo da quella fotografia allora non può puntare a lavorare in serie A o in B. Le ambizioni o le pressioni solo chi non ha paura è capace di non sentirle. Bisogna essere bravi nel saper incanalare le speranze e l’entusiasmo dei tifosi, rendere la piazza tutt’uno con la squadra. Amalgama che io sono riuscito a creare ad Ascoli nella mia esperienza, con i 27 punti interni ottenuti nel girone d’andata".

Sezione: News / Data: Mer 05 agosto 2020 alle 12:30 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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