Ci giunge in redazione la lettera di un tifoso della Salernitana, che racconta alcuni ricordi dell'infanzia, di quando ha visto la prima volta la Salernitana allo stadio Vestuti:

"Con il calare della sera, gli ultimi attimi della giornata spesso sono accompagnati da qualche riflessione, io in particolare ho rivolto stasera i miei pensieri alla sciagurata stagione della Salernitana, e sul clima di incertezza societaria che la circonda. Poi le mie dolorose riflessioni sono state soppiantate dai ricordi, quelli belli che riguardano ancora la nostra squadra del cuore. E allora voglio raccontarvi una storia, di quelle di una volta. Appunto, c'era una volta un bambino di appena 5 anni, che nel settembre del 1970, insieme ad un manipolo di altri bambini piu o meno di quella età intrapresero una avventura, di quelle che ti segnano per sempre.

Una volta le partite erano pubblicizzate da manifesti cartacei, e nel bar del quartiere faceva bella mostra di sé quello relativo alla partita tra Salernitana e Pro Vasto, e quei bambini decisero di doverci essere. Dal centro storico di Salerno, senza nessun adulto, si incamminarono, già perché può sembrare inverosimile, oggi sarebbe impossibile che ciò avvenga, all'epoca era una cosa del tutto normale. È stato un vero viaggio di iniziazione, lungo la strada mano mano che si avvicinavano al campo sportivo, così veniva chiamato dai Salernitani lo stadio Vestuti, e qui li racconto per un momento viene interrotto ancora da un amara riflessione, riguardo lo stato di abbandono in cui versa questo luogo, così amato da generazioni di Salernitani.

Poi la mente va ancora a quei bambini, e la storia riprende. Dopo il corso Vittorio Emanuele, la strada verso via dei Principati va in salita, già a piazza Malta aumenta il numero dei tifosi a piedi, poi via Nizza, arrivati a metà di essa l'incanto e l'emozione in quei bambini cresce sempre di più, fino a toccare l'apice quando giungono a piazza Casalbore. Quel campo sportivo di cui avevano sentito fino a quel momento solo parlare si materializza davanti ai loro occhi, e assume l'aspetto di uno stadio bellissimo. Si ritrovano nella calca delle persone che va verso i vari ingressi, ed ora bisogna compiere la vera impresa, trovare un adulto che li faccia entrare. Si dividono, ed ognuno cerca qualcuno che gli permetta di entrare, già perché a quei tempi i bambini non pagavano, se accompagnati da un adulto.

E tutti ci riescono, ora si trovano dentro, salgono i pochi scalini che li separa dai gradoni della tribuna, e davanti a loro si apre uno scenario indescrivibile, l'emozione ormai raggiunge livelli altissimi, a dire il vero la storia è tutta in bianco e nero, li prato è grigio, l'unica cosa a colori è la maglia granata dei calciatori della Salernitana che sbucano dagli spogliatoi tra il tripudio dei tifosi, e il cuore impazzisce definitivamente di gioia quando una di quelle maglie granata gonfia la rete. Ora la magia è totale, in quei bambini nasce un formidabile sentimento che li accompagnerà per tutta la vita.

lo che ero uno di quei bambini sono ormai un tifoso datato, qualche giorno fa sul web ho visto la foto di un altro bambino che era allo stadio Arechi sulle spalle di quello che penso sia suo padre, durante Salernitana-Atalanta, egli reggeva un cartello che testualmente riportava la seguente scritta: AMARTI MI CONSOLA MI DÀ ALLEGRIA CHE VUOI FARCI È LA VITA. È LA VITA, LA MIA! E allora ho rivisto in questo bambino, quei bambini di quel lontano settembre 1970, è la mia speranza e che esso crescendo, possa rivedersi nei bambini che il suo sguardo incrocerà da adulto allo stadio. Così che l'incantesimo e la magia possano ancora ripetersi, nonostante tutto. Ciro Caravano"

Sezione: News / Data: Gio 09 maggio 2024 alle 10:30
Autore: Lorenzo Portanova
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