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BREDA: "Io nasco granata, ma c'è differenza con l'amaranto. Che ricordi l'esperienza da assessore a Salerno"

di Valerio Vicinanza

Granata e amaranto sono certamente i due colori che meglio rappresentano la vita calcistica di Roberto Breda, grande bandiera della Salernitana, che ora siede sulla panchina del Livorno e in passato è stato anche su quella della Reggina. Una differenza cromatica sottile, come spiega lo stesso tecnico trevigiano ai microfoni di Dazn, rivendicando le sue origini in maglia granata: "Io nasco granata e da lì nascono tante brutte figure, perché per me il colore è sempre granata. Invece qui a Livorno se dico 'granata' non è il massimo. L'Amaranto dovrebbe essere più rosso teoricamente, ho chiesto (ride ndr). La chiave della risalita del Livorno? L'intensità. Scrivo molto specialmente nel primo tempo, perché nel quarto d'ora dell'intervallo è l'unico momento in cui un allenatore può incidere. Ci sono i tecnici che gridano in campo, che sembrano trasmettere personalità e passione, ma mi ricordo da giocatore che in campo non si sente niente".

Sull'esperienza da assessore allo sport per il comune di Salerno ha dichiarato: "E' stata un'esperienza bellissima. Io credo molto al discorso delle figure tecniche, perché non hai vincoli politici. Qualsiasi cosa mi venisse proposta io la analizzavo senza un filtro politico, valutando soltanto ciò che fosse buono e cosa meno".


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