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La partita del portiere: due tiri nello specchio, due gol senza colpe per Ochoa

di Gaetano Ferraiuolo

Qualcuno riferisca a Thiago Motta che il suo Bologna ha pareggiato all'Arechi calciando nello specchio della volta soltanto due volte. Altro che dominio: quella di ieri è stata una delle gare in cui il portiere di casa è stato meno sollecitato, finanche nel 3-0 netto sul Monza il buon Ochoa dovette compiere interventi determinanti. Ieri, invece, i felsinei si sono dimostrati cinici e hanno approfittato di un errore di Pirola e di una palla inattiva per portare a casa un punto non certo meritatissimo. Nessuna responsabilità per il pipelet messicano, invitato dai tifosi a restare a Salerno anche l'anno prossimo e applauditissimo all'esterno della tribuna nel post partita. Dicevamo dei gol del Bologna. Nel primo caso colpo di testa angolatissimo e nessuna possibilità di intervento, nel secondo sfera praticamente all'incrocio e traiettoria del pallone che rendeva impossibile l'uscita. Certo, in un paio di circostanze Ochoa è rimasto sulla linea di porta non presidiando al meglio l'area piccola, ma riteniamo sia una scelta precisa e strategica. Ochoa sa di non essere altissimo e, a cospetto di avversari strutturati, rischierebbe di essere anticipato. Meglio restare in porta e sfruttare tutta la propria reattività come accaduto, ad esempio, nella trasferta di Milano. Il voto in pagella è 6, dargli colpe per il 2-2 finale sarebbe sbagliato e del tutto ingeneroso.


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