Le prime giornate lo hanno visto sfornare cross a ripetizione per i suoi compagni, ma Tiago Casasola non ha voglia di fermarsi. Il laterale argentino, tra i più positivi della Salernitana, attraverso le colonne del quotidiano Il Mattino, ha parlato delle ambizioni granata per questa stagione, mettendo nel mirino i play-off e cullando il sogno di una convocazione in Nazionale albiceleste. L'ex Alessandria ha analizzato il ruolino di marcia della squadra: "Se penso ai 10 punti conquistati in queste prime sette partite di campionato ritengo il nostro avvio comunque positivo. Certo, ci sono sempre dei rimpianti perché potevamo e possiamo fare di più. Ma 10 punti non sono certo pochi soprattutto se consideriamo le squadre affrontate. Il campionato è lungo, tosto e difficile, ma penso che siamo sulla buona strada".
Per cosa?
"Possiamo fare tanto: dove arriveremo non lo so. Almeno ai playoff, comunque. Ma per le qualità che ha la Salernitana credo che possiamo fare cose molto importanti, sebbene il campionato cadetto sia sempre imprevedibile".
Come avete preso la maxi squalifica di Schiavi?
"Ci è dispiaciuto molto. Pensare di non avere il nostro capitano per quattro partite pesa. E poi c’è anche lo stop del Mister che non avremo in panchina
contro il Perugia. Per noi saranno sicuramente degli handicap. Raffaele (Schiavi) ci da sempre una spinta in più".
C’era rigore su Djuric?
"Non mi piace parlare degli arbitri. Ma il fallo lo abbiamo visto tutti: era netto".
C’è bisogno della Var anche in B?
"Secondo me non farebbe male. Può aiutare. Del resto si è visto in Serie A. Sarebbe quel qualcosa in più che aiuta tutti".
Vi sentite vittime degli arbitraggi?
"Non lo so. Magari nelle ultime partite sono stati soltanto degli episodi su cui comunque preferisco sorvolare. Sono cose che appartengono già al passato. Io voglio pensare solo alla Salernitana e a fare bene per questa maglia. Mettiamola così".
Mettiamola come?
"Che negli ultimi incontri alcuni episodi sicuramente non ci hanno aiutato. Ma noi dobbiamo pensare solo ed esclusivamente a fare il nostro cammino e il nostro campionato".
Come si trova con il 3-5-2?
"Molto bene. Sto giocando da esterno: un ruolo che mi consente di spingere tanto. Mi piace arrivare sul fondo e servire assistenza ai miei compagni in area di rigore. Onestamente penso che tutta la squadra si trovi a suo agio con questo spartito tattico".
Meglio terzino, quinto o centrale difensivo?
"Non ho particolari preferenze. Cerco sempre di adattarmi a quello che chiede l’allenatore. Quando gioco centrale cerco di difendere. Quando sono quinto cerco di spingere. Quando gioco terzino cerco di fare l’uno e l’altro. Cerco di dare sempre il mio contributo".
Qual è il modulo migliore per questa squadra?
"Non tocca a me dirlo. Per quello c’è un allenatore di provata esperienza come Colantuono. Credo comunque che la Salernitana sia composta da giocatori molto duttili che si possono adattare a qualsiasi tipo di modulo. Poi naturalmente è compito del mister fare o non fare determinate scelte. In ogni caso in quest’avvio di stagione abbiamo già cambiato modulo senza aver riscontrato grossi problemi".
I problemi ci sono sotto porta, però: appena sette gol all’attivo...
"Ne abbiamo fatti pochi, ma ne abbiamo anche incassati pochi".
Va bene così?
"Sicuramente dobbiamo migliorare la fase offensiva: ci manca qualcosa in avanti. Intendiamoci: non parlo degli attaccanti, ma di tutta la squadra che deve cercare di giocare più la palla per arrivare in area di rigore. Manca la stoccata finale che sicuramente arriverà nelle prossime partite. La squadra ha tutte le carte in regola per riuscirci. Sono sicuro che con il passare del tempo cresceremo anche sotto questo aspetto".
Dove può arrivare la Salernitana?
"Vogliamo arrivare il più in alto possibile".
Che tradotto significa i playoff dalla porta principale?
"Se arriviamo come terzi tanto meglio. L’obiettivo è quello di vincere sempre. Sfido chiunque a pensare il contrario. Ogni squadra pensa di provare ad arrivare prima delle altre. In quest’ottica noi prima cercheremo di vincere il campionato e se non ci riusciamo cercheremo di arrivare ai playoff e... di
vincerli".
Qual è il suo rapporto con Salerno?
"Mi sento bene, mi trovo benissimo in questa città. È come se fossi a casa. Sono argentino e sono abituato alla passione della gente per il calcio. I
tifosi della Salernitana ci sono sempre vicino: in casa e in trasferta. E questo aiuta tantissimo. Anche per loro vogliamo fare un campionato importante. Siamo consapevoli che questa squadra non è nostra: non è dei giocatori, ma dell’intera città di Salerno. Noi vogliamo vincere per tutti loro".
Parliamo dei tifosi.
"L’Arechi somiglia allo stadio del Boca Junior, dove sono cresciuto. Perché la curva è veramente vicina".
In che senso?
"La spinta della Sud-Siberiano mi ricorda La Doce La 12 come gli Xeneizes (i tifosi del Boca nda) chiamano la curva de La Bombonera. Ci sono stato tante volte: mi piaceva andare in curva e da calciatore mi piace sentire il calore della gente che spinge la squadra. Quando entro all’Arechi penso all’Argentina".
Pensa anche alla convocazione con la nazionale... Argentina?
"Sì, ci penso. Sarebbe veramente una bellissima soddisfazione. Ma prima ci sono altre cose importanti. La nazionale adesso può aspettare. La prima cosa è fare bene con la maglia della Salernitana. Se faccio bene a Salerno chissà che non possa arrivare anche in nazionale".
Magari la promozione con i granata e la chiamata nella Selecciòn...
"Sarebbe il massimo".
Avete già fissato un premio promozione?
"Non ne abbiamo ancora parlato. Non credo sia ancora il momento: adesso bisogna pensare ad altro. Poi, se tutto va bene, arriverà anche questo".
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