La premessa è d’obbligo: nessuno può mettere in discussione un allenatore come Giampiero Ventura che ha innumerevoli meriti che la nostra redazione ha continuamente sottolineato, e lo ribadiamo anche dopo la sconfitta incolore di ieri. Sarebbe opportuno, però, che il mister smetta di parlare continuamente di quello che è stato spiegando in maniera costruttiva ed eloquente i motivi di questa involuzione a 360° che sortirà effetti devastanti in termini di pubblico già da sabato prossimo. Ricordare sempre il doppio playout in tre anni è diventato ritornello noioso: ha accettato, sapeva a cosa andava incontro sposando il nuovo corso societario ed esprimendo soddisfazione per il mercato. Perchè oggi si batte invece sul curriculum dei giocatori, un po’ come ha fatto Antonio Conte dopo la debacle di Dortmund? La verità è che la vittoria spettacolare col Pescara ha illuso un po’ tutti. La Salernitana, per carità, ha una sua identità, gioca a sprazzi un discreto calcio, ha conquistato punti in condizioni difficilissime sotto ogni aspetto, ha riportato al gente sugli spalti in tempo record, ma il tiki taka all’indietro senza tirare in porta è fine a sè stesso e diventa completamente inutile una volta che si va in svantaggio. In attesa di capire quali saranno le sue indicazioni a gennaio (“Se mi chiedono la ceramica mi devono dare la ceramica, a me non hanno mai parlato di serie A altrimenti avrei fatto altre richieste” ha detto più volte, “smentendo” il presidente Lotito), Ventura rifletta. Sul rendimento di alcuni giocatori che scendono sempre in campo (Micai compreso), sullo schieramento di Kiyine, sul gioco d’attacco che continua a non vedersi.  Siamo convinti che la discreta classifica sia frutto anche del lavoro del mister e della sua gestione, ma ieri in sala stampa per la prima volta non ci è piaciuto.

Sezione: News / Data: Dom 24 novembre 2019 alle 13:30
Autore: TS Redazione
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