Si è parlato molto in questi mesi del caso Dia e di una gestione non impeccabile da parte della Salernitana. La stragrande maggioranza degli addetti ai lavori ritiene che i panni sporchi debbano essere sempre lavati in famiglia evitando dichiarazioni pubbliche soprattutto se - come nel caso di Udine - nessuna telecamera ha immortalato il momento del rifiuto.

C'è, però, una voce fuori dal coro. Ed è una voce autorevolissima, visto che è quella di un uomo di spessore come Alessandro Del Grosso. La sua analisi è lucidissima e dovrebbe essere letta ad alta voce nello spogliatoio granata:

"Sto soffrendo, come tutti i tifosi. Non scherzavo quando dissi che, per il bene della Salernitana, bisogna attaccare al muro chi sbaglia. Si chiama rispetto. Per chi ti paga, per chi ti sostiene, per chi spende metà stipendio per seguire la squadra del cuore in giro per l'Italia. Questi calciatori forse non hanno capito che sono dei privilegiati, che quella maglia non è per tutti.

O corri, lotti, ti impegni e anteponi il noi all'io o è meglio che resti a casa e non ti fai vedere nemmeno agli allenamenti. Salerno porta 4000 persone al campo per un allenamento e serve gente che abbia le palle di guardare tutti in faccia, di percepire gli umori del pubblico, di assumersi le proprie responsabilità senza scaricarle sugli altri.

Se non te la senti di convivere con le cosiddette pressioni, se non sai stare in uno spogliatoio beh...non puoi essere all'altezza della curva Sud e della Salernitana. Nei momenti di tensione, ricordo che avemmo qualche problematica con Chianese. La gestimmo all'interno, con tanti leader che incarnavano i valori della gente. Oggi...lasciamo perdere!"

Quindi è stato un errore parlare pubblicamente degli errori di Dia?

"Al contrario. Stavolta devo dire che appoggio la linea di Liverani, uno che già da giocatore pretendeva tanto dai chi scendeva in campo e si faceva rispettare. Se ne ha combinata una dietro l'altra, evidentemente chi gestiva il quotidiano arrivò a un punto di non sopportazione, tale da voler condividere con il pubblico quanto accaduto.

Per la serie "e mò hai rotto!". Sento dire che il gruppo è lo stesso della passata stagione e che non ci si spiega una metamorfosi del genere. Io ho un'idea differente: ogni annata è diversa e, a volte, basta un solo elemento di disturbo per destabilizzare un ambiente e lavorare male nel corso della settimana".

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 25 aprile 2024 alle 18:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
vedi letture
Print