Dieci gare mancano all'appello, compresi i due recuperi con Udinese e Venezia: 5 gare tra le mura amiche (recupero col Venezia, prossima gara con il Torino, poi Fiorentina, Cagliari e Udinese) e 5 gare in trasferta (recupero con Udinese, trasferte di Roma, Genova con la Sampdoria, Empoli, e Bergamo con l'Atalanta) e poi il destino sarà scritto. Trenta i punti in palio, di cui almeno una ventina alla portata dei granata che potrebbero voler dire lotta salvezza fino alla fine. Ma ora basta fare calcoli e tabelle di marcia: finora non sono servite (vedi Spezia, Genoa, Bologna, Sassuolo) e sicuramente non serviranno fino a fine campionato. Le altre arrancano, alternano exploit esterni a figuracce in casa e fuori casa, mantenendo viva la lotta per la permanenza in A e le speranze della Salernitana. Salvarsi non è impossibile, ma molto difficile: il terreno perso diventa sempre più scivoloso sotto i piedi del tecnico Nicola che forse non si aspettava una reazione, in termini di punti conquistati, cosi poco gratificante dopo le prime uscite sulla panchina granata.
Ora è tempo di fermarsi, ricaricare le pile e le energie nervose e mentali, per affrontare questo tour de force di 10 gare tutte d'un fiato, partendo proprio dal "derby granata" contro il Toro: un derby non solo per i colori, non solo per l'amicizia tra Iervolino e Cairo ma anche per i trascorsi del tecnico Nicola, ex allenatore dei granata del nord e autore di una salvezza non troppo lontana. Originario di Luserna San Giovanni, alle porte di Torino, ed ex non solo tecnico ma anche calciatore (nel lontano 2005-2006) Davide Nicola proverà a conquistare i suoi primi tre punti sulla panchina col cavalluccio proprio contro i suoi ex "amici". Una vittoria necessaria, obbligatoria, e fondamentale per non dire subito addio al ritorno in serie A dopo ventitre anni di attesa. Nicola avrà a disposizione 13 giorni per lavorare ancora sugli schemi ma soprattutto sulla testa dei giocatori: sembra essere infatti proprio questo il gap che il tecnico non è riuscito a sanare fin qui, come dimostrato soprattutto nelle gare interne con Sassuolo e Bologna. La Salernitana è migliorata nell'approccio, nel possesso palla, nella manovra offensiva, ma pecca ancora troppo dal punto di vista difensivo e mentale. Una pecca che sa molto di aspetto mentale, di concentrazione, di paura di non farcela, sul quale il tecnico sta lavorando dal primo giorno.
Rimpiangere un cambio tecnico non avvenuto prima ormai non serve più: quello che serve è continuare a sostenere con calore e passione i colori granata come fatto fin qui e sperare finalmente in un guizzo o colpo di coda che faccia da boost di fiducia a tutto l'ambiente, calciatori in primis. Tredici giorni per lavorare e poi il verdetto: eh già, contro il Toro si parlerà già di verdetto, perchè in caso di ulteriore pareggio, o peggio ancora, di sconfitta, la Salernitana saluterà virtualmente la massima serie con tanto, tanto, rammarico.
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