Finalmente ritorniamo a commentare una vittoria della Salernitana, nel momento forse più importante della stagione. Una vittoria da squadra cinica, combattiva e coraggiosa, come nello stile del suo allenatore. Analizziamo i tre punti conquistati dai granata partendo come sempre dalle statistiche. Possesso di palla sterile dei granata, in controtendenza rispetto alle precedenti gare, figlio della pressione della Sampdoria, specie nella seconda frazione quando gli uomini di Giampaolo hanno provato a palleggiare in attesa dell'imbucata per colpire la squadra di Nicola. 67.3% a 32.7%, in pieno stile Castoriano. Al netto di questo possesso palla, che ha visto ben 509 passaggi effettuati dai padroni di casa contro i soli 214 degli ospiti, la Sampdoria ha calciato solo una volta verso le porta di Sepe, in occasione del gol, su 5 tiri totali: meglio la Salernitana con 7 e due tiri nello specchio, che hanno portato alle due marcature. Se i dribling tentati e rusciti sono stati pari (17 a 16) molti di più sono stati i cross dei doriani, 25 a 10, cosi come i corner, 5 a 2.
Passiamo ora alle formazioni: Giampaolo conferma il suo marchio di fabbrica, il 4-3-1-2, lasciando a sorpresa in panchina uno dei migliori delle ultime uscite e obiettivo dei granata dello scorso mercato estivo, Sabiri. Al suo posto dal primo minuto Quagliarella in tandem con Caputo, supportati da Sensi, per una squadra più offensiva sin dall'inizio. In mediana recuperato Candreva, che completa con Rincon e Thorsby il reparto nevralgico, a difesa del quartetto composto da Ferrari e Colley in posizione centrale, Murru e Bereszynski. Nicola risponde confermando modulo e uomini visti a Roma, con le eccezioni degli squalificati Fazio e Bonazzoli che ritrovano il campo da titolari rispettivamente in difesa e in attacco. In porta confermato Sepe, terzetto arretrato composto appunto dall'ex Roma con Radovanovic e Gyomber, coperti dalla diga mediana a tre composta da Bohinen, preferito ad un trequartista, Lassana Coulibaly e Ederson. Sugli esterni Ranieri (Obi fuori causa nel riscaldamento per un risentimento al polpaccio) a sinistra e Mazzocchi a destra, mentre in avanti tandem collaudato Djuric-Bonazzoli.
Solita partenza dei granata: alti, aggressivi e rapidi nel fraseggio. Un atteggiamento che questa volta viene premiato per ben due volte in 120 secondi, con le reti di Fazio ed Ederson. La prima da calcio da fermo, con Mazzocchi bravo a disegnare una traiettoria ad uscire e trovare il terzo tempo di Fazio, la seconda con una ripartenza classica del calcio nicoliano: lancio, sponda di Djuric, questa volta nel cerchio di centrocampo, e appoggio per l'accorrente Ederson che fa trenta metri palla al piede con il suo passo felpato, tagliando la corsa di recupero di Ferrari e calciando prima della chiusura di Colley in tackle, con Audero non perfetto. Uno-due micidiale sul quale la Salernitana prova ad infierire rimanendo alta e offensiva fino al ventesimo minuto: Giampaolo capisce che le cose non girano e sposta il baricentro di Sensi in posizione di trequartista puro sul centrosinistra e quello di Candreva sul centrodestra. La Sampdoria passa cosi da un 4-3-1-2 ad un 4-2-2-2, con i due giocatori dotati di maggior talento che dall'esterno vanno in mezzo al campo per inserirsi tra le linee e cercare l'imbucata per le punte. Il goal di Caputo, fortunato nel rimpallo a suo favore, nasce proprio da un'azione studiata di Sensi, che va nel campo e prova l'imbucata. Subito dopo anche Quagliarella ha due occasioni sulla falsa riga, ma il bomber di Castellammare non è quello dei tempi migliori e si vede. Dopo il goal la Sampdoria alza il forcing per provare a riequilibrare la gara prima dell'intervallo, la Salernitana è in apnea anche perchè Bonazzoli è molto staccato da Djuric, abbandonato a se stesso nella morsa tra Colley e Ferrari. La Salernitana non riesce dunque nel collegare più i reparti e l'unico pericolo lo porta il solito Ederson in azione solitaria. Fondamentale la presenza di Bohinen davanti alla difesa: oltre al duello col connazionale Thorsby, Bohinen taglia tutte le linee di passaggio centrali, a cui la Sampdoria era abituata ad affidarsi, costringendo Candreva e Sensi ad andare sull'esterno, inseguiti da Coulibaly ed Ederson, e raddoppiati da Mazzocchi e Ranieri. Il norvegese fa da filtro davanti a tre dietro, che prendono sempre uno contro uno Caputo e Quagliarella, con il terzo (Radovanovic) pronto al raddoppio o alla chiusura aerea.
Nel secondo tempo è la Sampdoria a fare la gara, alzando il baricentro e portando tanti uomini in fase offensiva: l'entrata di Sabiri per un evanescente Quaglierella da più inserimento e linee di passaggio a ridosso della trequarti ma fa perdere peso in avanti, con il solo Caputo chiuso dal terzetto granata che riesce bene a domarlo. Il centrocampo, con Bohinen, Ederson e Coulibaly, copre bene gli spazi evitando appunto gli inserimenti di Sabiri, Candreva e Sensi, che sono costretti ad andare sempre sull'esterno, come in occasione dell'azione dove si infortunia Sepe. La Salernitana non corre alcun pericolo, se non su qualche cross dall'esterno. Nicola legge bene la situazione e spinge la squadra a spezzettare il gioco con falli e azioni "personali", in grado di abbassare il ritmo partita che la Sampdoria provava ad alzare.
Una gara preparata bene dal tecnico, fortunato a trovare subito il doppio vantaggio e bravo a saper controllare le controffensive della squadra di casa. Unico neo le troppe ammonizioni: senza Mazzocchi e Djuric sarà difficile in Friuli, anche se con un Ederson così tutto è possibile.
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