Il tempo, purtroppo, continua a scorrere tristemente via da quel tragico 25 aprile del 1995, ma più passa il tempo e più il ricordo di Andrea Fortunato non fa altro che battere sempre di più nel cuore di chi ventisei anni fa ha dovuto dirgli addio. Sentimenti che, per ragioni differenti, accomunano la Salernitana e la Juventus, che domani sera torneranno a sfidarsi proprio nel segno di Andrea: "Sarà una gara speciale, quando si parla di bianconeri e granata è inevitabile pensare ad Andrea. Tutto cominciò a Salerno e tutto poi è proseguito con la Juventus», racconta il fratello Candido Fortunato, noto nel mondo del calcio per aver ricoperto per anni il ruolo di procuratore. Una sfida che martedì sera diventerà ancora più speciale quando dopo tre giri di lancette, numero che da calciatore Fortunato indossava, entrambe le tifoserie si uniranno in un lungo applauso. "Un gran bel gesto, non sarò allo stadio ma sarà di certo emozionante. Colgo l'occasione per ringraziare tutti per questa iniziativa: a partire da Carmine Cuomo presidente del club Andrea Fortunato, proseguendo poi con il Centro Coordinamento Salernitana Club ed ovviamente con tutti i gruppi organizzati, ognuno di loro ha infatti risposto positivamente all'idea lancia dal club Juve".
Giocare in Serie A con la maglia della Salernitana era uno dei sogni di Andrea?
"Da salernitani, poter indossare il colore della squadra della propria città è indubbiamente un sentimento che provi. Al tempo stesso, però, ricordo che nei primi anni della sua carriera, un po' come capita a qualsiasi calciatore, il suo sogno più grande era quello di poter giocare per una big italiana e specialmente per la Juventus. Per fortuna questo sogno è riuscito a trasformarlo in realtà".
Oggi in Italia c'è un terzino che le ricorda suo fratello?
"Un mancino puro direi di no, complice anche il fatto che negli ultimi tempi il nostro calcio fa fatica a produrre terzini di spinta e di qualità. Devo, però, ammettere che nel corso dell'ultimo Europeo ho rivisto Andrea in Spinazzola. Certo, non è mancino bensì destro, ma per progressione e forza mi ha ricordato mio fratello".
Poche ore e poi la Salernitana tornerà a ricevere all'Arechi la Juventus, sfida che va considerata impossibile oppure no?
"La squadra di Colantuono affronterà la peggior Juve degli ultimi anni, per cui deve assolutamente provarci. Ora o mai più. Se la Salernitana è riuscita a fare bene contro il miglior Napoli delle ultime stagioni, allora credo che possa avere la forza di poter fare lo stesso anche contro la squadra di Allegri".
Servirà, quindi, una prestazione simile a quella disputata nel derby?
"Più o meno sì. Bisognerà giocare una partita accorta, probabilmente di esasperato tatticismo. A mio avviso però, premesso che in questo momento Ribéry, Bonazzoli e Djuric per motivi diversi sono fondamentali, potrebbe risultare utile non giocare con il tridente, ora come ora facciamo fatica a reggere il suo peso".
Martedì la Juventus, poi a ruota Milan, Fiorentina, Inter e Udinese.
"Sfortunatamente abbiamo sprecato alcune occasioni importanti negli scontri diretti, ed ora quindi ci ritroviamo a dover fare i conti con un filotto di partite tutt'altro che semplici. Magari bisognerà provare ad approfittare di un calo di qualche big, ma a mio avviso più che il calendario il vero problema è l'incertezza legata al club. Purtroppo anche inconsciamente è un argomento che può condizionare i calciatori".
Ma il cambio di società e il mercato di gennaio possono diventare due alleati importanti per la Salernitana?
"Sono le due uniche chance che abbiamo, per cui bisognerà provare a valorizzarle il più possibile. Per farlo, però, sarà importante provare a chiudere il girone di andata tra i 12 e i 14 punti per tenere così tutto in vita, altrimenti si farà fatica anche a convincere determinati calciatori ad accettare un trasferimento in granata. Ma bisogna essere onesti, sappiamo bene che conquistare la salvezza è complicato, ciò però non toglie il fatto che dobbiamo crederci e lottare fino all'ultimo istante. Tutto questo puntando anche sul sostengo incondizionato di un pubblico che nessuno può vantare".
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