Segnare un gol con la maglia della Salernitana all'Arechi e nel giorno di San Matteo è un onore e un vanto per tutti quelli che ci sono riusciti. Il 21 settembre del '97 ci riuscì anche Carlo Ricchetti. Nel poker calato sul tavolo del campionato cadetto dalla Salernitana di Delio Rossi, che stava studiando da capolista e che avrebbe concluso la stagione in trionfo, l'ex esterno del Monopoli realizzò la seconda rete.Ricchetti, ricorda quel gol? "Certo. Scambiai palla con Ciccio Artistico e poi scoccai un tiro di destro che sbattè sotto la traversa e finì in porta".
Niente «taglio» quel giorno...
"Be', quel giorno trovai il gol con un'altra soluzione, ma fu comunque un bel gol (ride)".
Che ricordi ha di quel giorno?
"C'era lo stadio pieno, la gente aveva voglia di vincere e di andare a festeggiare San Matteo in strada. Fu una bella giornata per noi e per la città".
Già, il pubblico. In tempi di covid fa uno strano effetto parlarne.
"Purtroppo sì. A Salerno, poi, i tifosi sono stati sempre incredibili. La spinta che può dare l'Arechi è eccezionale. E quell'anno, poi, fu davvero bellissimo il rapporto tra noi e la tifoseria".
Ora, però, c'è contestazione.
"Nemmeno noi cominciammo in un clima facile nel '93. Ricordo la famosa contestazione di Lagonegro. Toccò alla squadra riconquistare il pubblico e deve essere così perché Salerno è una piazza calda, esigente, ma capace di grande amore se riconosce impegno e passione nei calciatori".
Con la società attuale il feeling è ai minimi termini, però. Come se ne esce?
"Salerno è esigente e ambiziosa e ha ragione quando chiede di poter lottare per il vertice. Dico pure, però, che avere una proprietà solida come quella attuale non è cosa da poco. Io penso che nessuno parta per non vincere all'inizio della stagione. I tifosi non vedono di buon occhio la multiproprietà, ma credo che la Salernitana potrà essere protagonista quest'anno".
Che ne pensa di Tutino?
"È un ottimo calciatore. Lo conosco bene per averlo visto giocare fin da giovane come mezzapunta o esterno d'attacco, come uno che ama ricevere palla nei piedi per poi dribblare l'avversario. Negli anni ha avanzato il suo raggio d'azione e penso che potrebbe garantire almeno la doppia cifra realizzativa".
E Castori?
È un allenatore che si basa molto sulle ripartenze, ma è comunque un tecnico esperto e navigato. Conosce l'ambiente di Salerno, visti i suoi trascorsi, e conosce bene il campionato di serie B. Credo e spera che possa far bene".
Il tecnico granata ha avuto, finora, dal mercato due esterni destri come Kupisz e Lombardi. Il giudizio di Ricchetti?
"Kupisz è un giocatore che ha grande corsa, ama stare sul binario per poi crossare al centro. Lombardi, invece, ha più qualità, può saltare l'uomo come tagliare il campo per provare la conclusione. Rispetto a Kupisz, sicuramente Lombardi ha più confidenza col gol".
In chi si rivede Ricchetti?
"In Lombardi sicuramente. Il giocatore della Lazio ha cambio di direzione, tiro, dribbling, accelerazione: è un calciatore di grande spessore che già lo scorso anno ha fatto bene a Salerno. Castori avrà due alternative importanti sulla fascia".
Castori ha provato sia il 3-5-2 sia il 4-4-2: in quale modulo lei vede meglio i suoi «eredi» sulla fascia destra granata?
"Sicuramente, entrambi nascono come esterni alti e infatti tutti e due in carriera hanno giocato anche nel 4-3-3. Il 4-4-2 potrebbe essere il modulo giusto perché avrebbero meno compiti difensivi rispetto al 3-5-2. Da quinti bisogna, infatti, difendere più bassi e si spendono tante energie".
Ricchetti, re del taglio, ha fatto anche questo. Vero?
"A Cesena, con Cavasin, nella stagione successiva alla promozione in A con la Salernitana, arrivai per giocare da esterno d'attacco e mi ritrovai a giocare a tutta fascia. Era un ruolo per me nuovo, non lo sentivo adatto a me e infatti a un certi punto dissi al mister che preferivo non giocare. Fra l'altro, quell'anno, giocando da quinto, ebbi diversi infortuni muscolari di una certa entità".
Ne sa qualcosa Lombardi: secondo lei, la posizione e il ruolo che incidenza hanno?
"Giocare da esterno alto, senza dover coprire tutta la fascia aiuta a star lontano dai guai fisici, anche se, credo, sia indispensabile un bel lavoro di prevenzione. Lombardi ha nelle corde delle poderose accelerazioni, dei veri e propri strappi con cui semina gli avversari e, magari, proprio questo suo modo di giocare lo espone a rischi maggiori. Sicuramente, dovesse agire in posizione più avanzata rispetto a quanto accadeva lo scorso anno potrebbe giovargli".
Che campionato si aspetta?
"Sarà la solita Serie B, sempre molto dura e difficile. Mi auguro che la Salernitana sia protagonista come ai miei tempi".
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