"Restate a casa: andrà tutto bene". Lo slogan che riempie i cartelli con l'arcobaleno è stato scritto anche dai bambini di Zogno, provincia di Bergamo, paese della Valle Brembana, 78 morti in un mese. "Questo era il dato che ci hanno fornito fino al 22 marzo ma i decessi sono aumentati in questi giorni. Qui il parroco ha deciso di far suonare le campane con i tre rintocchi solo una volta al giorno per annunciare altre perdite, altrimenti gli anziani si angosciano. Ogni tanto chiedo a mia sorella chi ci ha lasciato: ottengo silenzi e allora capisco...". Al telefono risponde Giuliano Sonzogni, allenatore della Salernitana che nel campionato 1991-1992 perse la Serie B (la promozione) a undici metri dalla porta dell'Acireale, perché Pietro Strada sbagliò il calcio di rigore decisivo. È stato anche il detentore del record di imbattibilità: 22 partite senza sconfitte in granata, poi la squadra di Carlo Perrone in C2 ha fatto meglio. Sonzogni risponde «al telefono del salumiere sotto casa» e «il ponte per il contatto» è la maglieria della sorella Donatella, negozio da tre generazioni, premiata come attività storica dalla Regione Lombardia.
IL RACCONTO
"Sapete come sono fatto" - esordisce - "sono nemico dei telefoni cellulari e del computer. Trascorro le giornate a leggere libri e ad ascoltare musica, soprattutto quella suonata nelle occasioni speciali, ad esempio gli ottanta anni di Mina". La quotidianità è complicata in Italia, nei giorni del coronavirus. A Zogno, però, assume i contorni del dramma: la radio locale annuncia le ultime notizie del tardo pomeriggio; di sera, la pagina Facebook della parrocchia pubblica un disegno - nero su bianco - che riproduce il cero pasquale e il nome e cognome del compaesano scomparso. Uno degli ultimi post è struggente, dedicato ad un ragazzo speciale: "Quando perdeva l'Atalanta e nella Messa della sera passavi tra i banchi a raccogliere le offerte, dovevano consolarti. Hai gioito nel giorno della storica qualificazione in Champions. Adesso tifa per la Dea in cielo, con mamma, papà e tuo fratello". Tre lauree, appassionato di montagna, single per vocazione, Giuliano Sonzogni si aggrappa non solo alla speranza ma anche alla laboriosità: "Non siamo abituati a restare a guardare - dice - gli alpini bergamaschi stanno costruendo un ospedale da campo in tempi record. Per uscire dal tunnel occorrono decreti ministeriali duri. Se serve, siano anche traumatici. Ci sono due cose importanti nella vita: salute e libertà. Salute vuol dire vita e ne abbiamo una sola. La libertà va difesa. Lo sport e la ripresa dell'attività, adesso, sono le ultime cose alle quali pensare: non è che un giocatore di Serie A sia più importante della casalinga e dell'operaio. Hanno rinviato le Olimpiadi, i campionati in qualche modo ripartiranno e verranno portati a conclusione ma perdono appeal, avanti per obbligo e per interesse, non più per passione. Hanno proposto stipendi tagliati del 30% ed è giusto: ci sono i contratti ma c'è anche un momento eccezionale, pensiamo ai cassintegrati negli altri settori". Ha saputo di Pillon, della sua scelta? "Ha fatto benissimo: avrebbe dovuto allenare il Cosenza facendo a meno della famiglia, distante più di mille chilometri. Ha messo le priorità davanti a tutto, ha rinunciato al contratto".
I RICORDI
Tra le passioni di Sonzogni, oltre alla montagna, ci sono le auto d'epoca. "La scorsa estate, abbiamo organizzato una gara nazionale da Bergamo alla Costiera Amalfitana. Ho fatto sosta un'ora a Salerno, ho passeggiato su Corso Vittorio Emanuele e ho incrociato Genny Gagliano che ai miei tempi era il team manager". L'imbattibilità durò dal 27 settembre 1992 (0-0 in casa contro il Nola) al 28 marzo 1993 (1-1 in casa contro la Reggina). "Peccato per quel calcio di rigore di Strada - sospira - ma incominciammo a tracciare la strada per la squadra che poi vinse, mettendo i primi pilastri: Grimaudo, Tudisco, De Silvestro, Strada, Pisano". Segue ancora la Salernitana: "Con Ventura eravamo amici quando lui allenava il Giarre ed io il Licata, il Siracusa. Poi ci siamo persi di vista e lui ha fatto una bella carriera. È una persona seria, preparata, un positivo, innamorato dello sport e del suo lavoro. Auguro alla Salernitana di tornare presto in Serie A. Un posto è già assegnato, è del Benevento. Il resto è tutto in bilico, come la nostra quotidianità".
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