E' stata necessaria l'opera di mediazione da parte del presidente Danilo Iervolino per ricucire lo strappo tra Morgan De Sanctis e Davide Nicola. Al netto delle dichiarazioni di circostanza rilasciate nelle scorse ore, la proprietà ha pensato seriamente di cambiare guida tecnica dopo il mortificante 5-0 col Sassuolo, al punto da avallare le frasi del direttore sportivo in diretta tv palesemente rivolte all'allenatore. In estrema sintesi De Sanctis ha parlato di "difesa impresentabile, totale insoddisfazione per i sette punti conquistati in otto gare, classifica deludente e variazioni necessarie anche dal punto di vista tattico", Iervolino ha aggiunto che "è suonato un campanello d'allarme, è tempo che i calciatori presi in estate vengano messi in condizione di esprimere le proprie potenzialità. La rosa allestita ha obiettivi importanti, non battessimo il Verona ci troveremmo inaspettatamente tra le ultime della classe e il contraccolpo psicologico sarebbe pericoloso". Lunedì pomeriggio, per oltre due ore, la dirigenza al gran completo si è confrontata con Nicola nel chiuso del Mary Rosy. Botta e risposta anche duro, un faccia a faccia chiuso con una stretta di mano diplomatica e con la promessa di aggiornarsi di nuovo domenica sera dopo lo scontro diretto contro il Verona.
Il mister è convinto che la sua Salernitana abbia sbagliato una sola gara, ritiene non pronti alcuni dei volti nuovi ed è certo che il gruppo sia dalla sua parte. De Sanctis, dal canto suo, difende il suo operato e si guarda attorno per non farsi cogliere impreparato in caso di malaugurato ribaltone. Di certo c'è che domenica una vittoria eviterebbe l'esonero, ma non risolverebbe il problema tra due tesserati che, già in passato, avevano avuto qualche screzio. Ricorderete, ad esempio, quando Nicola dopo lo 0-2 col Parma disse in conferenza che "la squadra non è competitiva per la serie A, capisco le strategie del club e le dinamiche del mercato ma è tempo di accelerare". La risposta della dirigenza non si fece attendere: "Siamo disposti a sacrificare le prime due giornate pur di raggiungere gli obiettivi, alibi non ne vogliamo e non ne daremo a nessuno". E, quando arrivarono i rinforzi, il ringraziamento pubblico di Nicola si limitò al solo Iervolino.
Piccoli segnali che passarono sotto traccia solo perchè la squadra otteneva risultati. Il vero problema che rischia di rompere il giocattolo è la divergenza rispetto agli obiettivi e al valore della rosa. Iervolino ha parlato di "Salernitana rivelazione, vogliamo chiudere tra le prime dieci", De Sanctis è convinto che "abbiamo preso giocatori di livello assoluto, capiremo strada facendo dove possiamo arrivare", Nicola getta acqua sul fuoco e ritiene che "parlare di obiettivi è quasi inutile, io ho le idee chiare e spero ci salveremo il prima possibile". Il diktat di Iervolino, però, non ammette interpretazioni: "Non ho speso 40 milioni di euro per salvarmi all'ultima giornata. Mi assumo le mie responsabilità e non faccio la caccia al colpevole, ma è chiaro che diventerà un obbligo morale intervenire se le cose continuassero ad andare in un certo modo. Dobbiamo chiedere scusa ai tifosi, unica componente che a Reggio Emilia è stata all'altezza". Ma quali sono gli scenari? Nicola salta se non batte il Verona. Allo stesso tempo, però, un nuovo allenatore esordirebbe a Milano e affronterebbe in breve tempo Inter, Lazio, Fiorentina e Monza in trasferta ripartendo a gennaio con Milan, Atalanta, Napoli e Juventus. Calendario da brividi, insomma. Parte della tifoseria organizzata, attraverso un comunicato, ha espresso civilmente il proprio pensiero: "Gli applausi a prescindere non sempre aiutano a crescere, occorrerebbe una sana contestazione.
Se bisognava cambiare era meglio farlo subito, col Verona è già determinante e affrontare il match con un allenatore delegittimato pubblicamente agevola soltanto l'avversario". Iervolino, naturalmente, ha messo sotto esame anche il direttore sportivo. Ad oggi, pur pagati fior di milioni, i vari Vilhena, Botheim, Valencia, Pirola, Sambia e Bradaric o non giocano o non rendono e la società è consapevole che trattenere gli artefici della salvezza (Verdi, Djuric, Ederson, Coulibaly, Ranieri) avrebbe forse garantito risultati migliori con un dispendio economico nettamente inferiore. Alla sosta di novembre bisognerà arrivarci con un minimo di 16 punti, viceversa in inverno ci sarà un'altra rivoluzione. D'altronde Iervolino, con un totem come Sabatini, ha già dimostrato di non guardare in faccia a nessuno e di giudicare solo in base ai risultati. E, ad oggi, i numeri dicono che Nicola ha vinto una sola delle ultime 13 gare ufficiali.
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