Partendo dal presupposto di fondo che il campionato della Salernitana è stato nel suo complesso ampiamente positivo e che, ai fini di una valutazione inerente la conferma o meno dei componenti la rosa, le risposte giungono durante l'intero arco stagionale, la partita di Cremona non avrebbe fornito che conferme rispetto alle gare precedenti. L'ultimo match del campionato avrebbe potuto, e forse anche dovuto, essere una occasione importante per taluni calciatori di invertire un trend negativo e insinuare qualche dubbio in più nella dirigenza e nello staff tecnico, chiamati a valutarne le prestazioni. Sarebbe il caso di Krzysztof Piatek, un giocatore dall'ingaggio oneroso, giunto a settembre tra importanti aspettative, e praticamente mai mostratosi quel cecchino infallibile conosciuto ai tempi del Genoa e del primo periodo milanista. L'impegno non ha mai fatto palesemente difetto, come anche la partecipazione alla manovra ed agli schemi offensivi granata, ma una prima punta deve timbrare il cartellino ed entrare nel tabellino marcatori con buona frequenza. Alla voce reti realizzate il bilancio di Piatek è deficitario con sole quattro marcature ed anche a Cremona il ventisettenne polacco ha dimostrato di avere perso il killer instinct, incartandosi davanti alla porta ed addirittura preferendo un assist difficile ad una comoda conclusione. Sintomi di insicurezza e poca fame, non compatibili con una riconferma a Salerno, specie se quest'ultima è legata all'esercizio di un oneroso riscatto da esercitare in favore dell'Hertha Berlino. Sul destino dell'ex Genoa sembrano esservi, pertanto, pochi dubbi, mentre sarebbero in corso valutazioni riguardanti elementi di proprietà quali Bohinen e Maggiore. Entrambi i centrocampisti si sono resi protagonisti di una stagione deludente, per giustificare la quale vale solo in parte l'alibi degli infortuni accusati. Il norvegese ha quasi saltato il ritiro estivo ed ha perso gran parte del girone di andata ma ha avuto tempo e modo di cambiare passo e convincere una volta rientrato in campo. Le prestazioni sono state opache sia con Nicola che con Sousa, evidenziando lentezza e poca intensità e finanche una difficoltà a effettuare le scelte di gioco in fase di costruzione e di posizionamento laddove occorreva coprire ed interdire. Giulio Maggiore, invece, può definirsi una delusione ancora superiore, se si considera il curriculum che lo presentava alla piazza come un centrocampista completo ed in grado di garantire cervello e muscoli alla mediana, oltre ai giusti inserimenti ed alla presenza in zona goal. I frequenti stop per infortunio avranno sicuramente impedito all'ex Spezia di trovare continuità, ma il calciatore è sembrato spaesato e poco calato nella nuova realtà, non palesando reazione e miglioramenti anche dopo il cambio di guida tecnica. Su Bohinen e Maggiore l'orientamento sarebbe di riconfermarli per dare loro una chance di riscatto dopo una preparazione intera con Sousa, anche considerando che sono di proprietà ed una cessione ora significherebbe svendere un potenziale patrimonio tecnico senza certezze in merito a sostituti di esperienza nella zona nevralgica del campo. A Cremona il primo è partito titolare disputando una gara pressoché piatta e senza sussulti, mentre il secondo non ha inciso da subentrato nell'ultima mezzora di gioco. Altri elementi in bilico quanto a permanenza in granata il prossimo anno, sarebbero Sambia, Nicolussi Caviglia, Botheim, Troost-Ekong e Bonazzoli. Troost-Ekong nonostante il goal pesante contro l'Udinese, non rientrerebbe nei piani tecnici futuri perché non in possesso delle caratteristiche richieste da Sousa per i suoi centrali e la conferma migliore è la panchina di Cremona. Bonazzoli, invece, non ha visto nemmeno il campo a Cremona, confermandosi ai margini del progetto tecnico tattico del portoghese, il quale non lo ha mai "visto" ed ha lasciato intendere che preferisce schierare elementi che garantiscono attaccamento alla causa e mai si risparmiano in campo, anteponendo interessi del gruppo ai personali. Il bomber che contribuì alla salvezza dello scorso anno dovrebbe lasciare la Salernitana ma la cessione si prospetta complicata, dato il rendimento e l'ingaggio del ragazzo, bizzoso quando si tratta di chiudere accordi. Botheim nelle ultime due partite dove è partito dall'inizio non ha sfruttato la chance concessagli per confermare i buoni segnali di crescita del girone di ritorno. Il norvegese ex Bodo ha palesato di essere leggerino e poco incisivo negli ultimi metri, trovando difficoltà di adattamento al calcio Italiano e, anche, alle difese del nostro campionato. Contrariamente a quanto sembrava, potrebbe non restare a Salerno, venendo sacrificato in favore di attaccanti esterni più rapidi e prolifici in zona goal, nonché potenzialmente più adatti al calcio praticato da Sousa. Sambia a Cremona è , invece, entrato bene in campo ed in partita, confermando buone attitudini offensive e difficoltà in fase di copertura. La sua conferma sarebbe in bilico, dipendendo da come l'ex regista bianconero vorrà impostare la squadra del prossimo torneo. In generale il francese non parrebbe essere il tipo di esterno preferito dal lusitano proprio per i suoi limiti in fase difensiva e per una certa attitudine a concedersi pause durante i novanta minuti. Nicolussi Caviglia, poco convincente a Cremona, non avrebbe entusiasmato Sousa, né in partita né soprattutto durante il lavoro settimanale, non dimostrando quei miglioramenti e quella fame che mai dovrebbe mancare in un giovane che punta ad emergere in massima serie. L'ex primavera bianconero dovrebbe, pertanto, non essere riscattato e salutare la compagnia, così come l'ex Venezia Domen Crnigoj. I big della Salernitana, invece, non necessitavano certo della sfida contro la Cremonese per conoscere il loro futuro. Per Sousa devono restare tutti ma solo se convinti al cento per cento nel progetto della sua Salernitana e, tra tutti, forse il sacrificabile sarà Mazzocchi, come parrebbe confermare il suo ultimo post di saluto, da molti interpretato come un addio.
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