Sconfitta immeritata per la Salernitana che, falcidiata dagli infortuni e "massacrata" dalla terna arbitrale", torna da Venezia con zero punti e una prestazione dai due volti. Sia chiaro: nessun alibi! Nel recente passato i granata hanno fatto risultato anche dopo aver subito torti clamorosi, ai quali purtroppo la tifoseria si è abituata da decenni. Se, però, contro una squadra tecnicamente modesta ti convalidano un gol regolare al terzo minuto è chiaro che la partita cambia e puoi essere devastante in ripartenza. Contrariamente a quanto accaduto nelle tre trasferte precedenti (che pure erano state vinte), la Salernitana ha indovinato approccio alla partita, soprattutto grazie alla catena di destra che ha funzionato alla perfezione. Almeno nei primi 25 minuti si è vista la squadra che vuole Ventura: pressing alto, fraseggio sin dal portiere (quanti limiti per Micai sotto questo aspetto!), lanci a tagliare il campo delle mezz'ali, Djuric a fare da boa e Giannetti come non mai padrone dell'area di rigore. Per ben tre volte un'azione analoga stava per consentire agli ospiti di passare in vantaggio, davvero bravi Kiyine e Maistro sulla destra ad azionare l'ex centravanti del Cagliari eludendo la stretta marcatura dei difensori di casa. Legni e assistente impedivano al cavalluccio marino di trovarsi 1-0, ma l'approccio, l'occupazione degli spazi, le distanze tra i reparti e la mentalità erano di quelli giusti.
Come sempre capita nel calcio, però, se non sfrutti la supremazia dai modo all'avversario di prendere coraggio con il passare dei minuti e il Venezia cresceva sensibilmente pur senza creare grossi grattacapi. In fase di non possesso la Salernitana palesava qualche difficoltà soprattutto dopo l'ammonizione di Kiyine, costretto a tirare indietro la gamba ogni volta che Di Mariano lo puntava; logica doppia conseguenza l'arretramento in raddoppio di Maistro e una minor presenza nella metà campo avversaria. Le prime occasioni per i lagunari erano frutto del caso: prima una mischia in area chiusa con un intervento provvidenziale di Micai, poi un traversone sbagliato di Di Mariano che Bocalon non sfruttava a dovere. Quando il primo tempo sembrava incanalato sullo 0-0 ecco l'episodio chiave: lancio verticale di Capello, taglio di Bocalon sul filo del fuorigioco e gol facile facile. E'capitato abbastanza frequentemente quest'anno che Migliorini legga male una situazione di semplice interpretazione e si lasci scavalcare dal pallone senza trovare la chiusura in seconda battuta di Karo. Accadde col Chievo, col Livorno, anche a Cosenza nel primo tempo. Forse anche Di Tacchio poteva pressare il portatore di palla evitando il lancio, ma il capitano è uomo ovunque, corre per dieci e non può essere dappertutto per 95 minuti.
Nella ripresa ci si aspettava una Salernitana diversa, battagliera, pronta a sfruttare la superiorità tecnica. Invece approccio soft, poche idee e tantissimi errori anche elementari. Firenze e Kiyine erano bravi a spostare l'azione d'attacco da destra a sinistra con lanci precisi, peccato che a sinistra Lopez confermasse i suoi limiti tecnici e vanificasse almeno cinque potenziali occasioni. Mancava quasi tutto sul piano tattico: il giro-palla era fine a sè stesso pur senza l'opposizione di un Venezia inguardabile nonostante il vantaggio, le mezz'ali non si inserivano più, Di Tacchio si abbassava troppo per sopperire alle difficoltà dei compagni, Djuric perdeva lucidità e spariva progressivamente dal campo. I cambi? Anche in questo caso discutibili. Quando si è fatto male Firenze era fin troppo logico schierare Kiyine mezz'ala per conferire qualità al reparto e mettere immediatamente Lombardi a destra. I lagunari, che nell'ultima mezz'ora hanno completamente rinunciato a giocare passando ad una sorta di 4-5-1 abbottonato e confusionario, si limitavano a spazzare palloni in avanti sperando che il tempo passasse e che l'arbitro continuasse a non vedere situazioni clamorosamente sfavorevoli ai colori granata.
Qui la seconda riflessione: perchè mantenere quattro giocatori con caratteristiche difensive (tre centrali più Lopez, il peggiore) e non mettere immediatamente Jallow passando al 4-3-3 con Karo a destra e Jaroszynski in un ruolo più congeniale alle sue caratteristiche? Sostituire Kiyine che, con i suoi mille difetti, è l'unico a garantire imprevedibilità e ultimo passaggio è stato un azzardo: col Frosinone, dopo l'ammonizione, ha smesso di giocare ed è rimasto in campo per 90 minuti, ieri per l'assalto finale è stato tirato fuori dalla mischia tra lo stupore dei 900 presenti. Resta, comunque, una Salernitana estremamente sterile al momento della finalizzazione e calciare una sola volta in porta nella ripresa (tra l'altro sugli sviluppi di un calcio piazzato) deve rappresentare un elemento di riflessione. Non solo in chiave mercato. Questa Salernitana già ora ha qualità e non può andare a bersaglio soltanto su calcio di rigore o palla inattiva.
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