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CERTI AMORI REGALANO UN'EMOZIONE PER SEMPRE. 101 VOLTE AUGURI SALERNITAN...A!

di Gaetano Ferraiuolo

Una storia lunga 101 anni, un'emozione che cresce sempre di più con il passare del tempo. In bacheca non ci saranno scudetti o trofei di livello internazionale, ma l'amore di un popolo vale più di ogni altra cosa al mondo. Esattamente un anno fa in 50mila vivevano una settimana da pelle d'oca: mostre, fiaccolate, cortei, spettacoli musicali, opere d'arte, partita tra vecchie glorie, città e provincia completamente dipinte di granata. Per tanti motivi non sarà la stessa cosa oggi, ma la Salernitana è la Salernitana e il 19 giugno non potrà mai trascorrere come un giorno qualunque. Nell'aria, già da diverse ore, si respira un clima diverso, di straordinario coinvolgimento emotivo. Provatelo a dire a chi dice che siano soltanto "22 stupidi che corrono dietro ad un pallone", a chi sminuiva l'importanza del calcio nel periodo del Coronavirus. I sudditi restano fedeli a Sua Maestà e la Bersagliera ritrova idealmente il suo fedele alleato. Fuochi d'artificio a Pastena e Torrione, Palazzo di Città e Castello Arechi colorati di granata e con il cavalluccio marino in bella vista, la società che abbraccia l'amministrazione comunale seppellendo l'ascia di "guerra", cori e canti aspettando la mezzanotte come fosse Capodanno. 500, forse mille persone. Famiglie, giovani, ultras di ieri e tifosi del domani. Si brinda alla Salernitana, a prescindere da tutto. Perchè la gente, gli innamorati veri, sono andati oltre tante cose. I fallimenti, i 30 anni di fila in C, le sceneggiate italo-americane, le trasferte di Budoni e lo stemma religioso sul petto. 

La Salernitana è la storia di questa città. E' cultura, arte, solidarietà, beneficenza, amicizia, famiglia, aggregazione, Sensazioni che chi non ama il calcio non potrà mai capire, ma in fondo basterebbe guardare negli occhi la gente che stasera piangeva di felicità come se si fosse vinto un campionato. La Salernitana è Di Bartolomei, Prati, il Vestuti, Lazzaro al 94', Minala al 96', il trionfo sulla Juve, i 40mila dell'Arechi, le coreografie di una delle curve più belle d'Italia. E' Ciccio Rocco, il Siberiano, la signora Celeste, Armandino Zorro, il Vikingo, Riccardo Santoro, Enzo Lodato, Salvatore Orilia, Antonio Carmando, la Nuova Guardia, è una storia scritta dai protagonisti che molto spesso hanno indossato la maglia numero 12 e hanno fatto la differenza per davvero. Si rischierebbe di scadere nella retorica, ma alzi la mano un solo salernitano che non lega un ricordo della propria vita alla squadra di calcio. Stasera è accaduto di tutto, solo un antipasto di quello che succederebbe tra due mesi se si avverasse un grande sogno. In questa storia c'è una macchia, risale al 23 e al 24 maggio. Una retrocessione clamorosa, il dramma dei 4 angeli granata, una ferita insanabile che sanguina ancora. Domani mattina, al Duomo e poi al cimitero, chi non c'è più sarà ricordato con commozione. Per chiudere il cerchio bisognerebbe riportare la Salernitana e la sua gente dove meritano. Ma a prescindere da tutto il popolo resterà sempre ai piedi di sua Maestà. Oggi, domani, tra cent'anni. Perchè la Salernitana è una fede. E allora 101 volte auguri, Sua Maestà!


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