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Nonostante le continue avversità, la Salernitana dimostra di essere una vera squadra, ma testa ad Empoli, da noi non si festeggia prima...

di Maurizio Grillo

Chi vi scrive, aveva avuto modo di manifestare l'altro ieri le proprie preoccupazioni in vista della partita della nostra Salernitana contro la Fiorentina. Il dispendio di energie psicofisiche post derby, le 24 ore in meno di riposo, la forza di un avversario che ha qualità superiori a quanto dice attualmente la classifica, il pericolo appagamento e alcune assenze importanti facevano pendere l'ago della bilancia leggermente a favore dei viola. Mettiamoci anche il forfait di Candreva, l'assenza per squalifica di Paulo Sousa e la designazione di un fischietto statisticamente ostile ai colori granata ed ecco che le preoccupazioni aumentavano a dismisura. Quando poi, al 15', Gyomber alza bandiera bianca e si accascia al suolo causa infortunio muscolare, ecco che tutti abbiamo avuto la sensazione che si stesse per vivere un pomeriggio beffardo. L'Arechi, per diversi minuti, ha abbassato il volume del tifo, la Fiorentina ha preso coraggio varcando costantemente la metà campo granata e la squadra ha perso certezze, al punto che anche Ochoa è tornato "terrestre" dopo una serie di partite in modalità "alieno".

Poi, però, questa Salernitana rinata dopo la negativa parentesi Nicola ha fatto capire a tutti perchè, in Europa, vanta la striscia di imbattibilità più lunga. Cuore, coraggio, voglia di crederci fino alla fine, un fuoriclasse in attacco e uno a centrocampo, laddove brilla la stella di Coulibaly nel giorno in cui Maggiore delude ancora e Bohinen conferma di essere il fratello scarso del giocatore magnifico ammirato nella passata stagione. Certo, essere rimontati tre volte fa male, soprattutto se il 3-2 arriva a 8 minuti dalla fine e si affronta un avversario che non ha grosse velleità di classifica. Ma i numeri sono tutti dalla parte dei granata: 10 risultati di fila, 21 gare positive su 33, 41 gol segnati, 5 punti tra Sassuolo, Napoli e Fiorentina, +8 sulla zona retrocessione (virtualmente +9, in virtù della differenza reti col Verona e degli scontri diretti favorevoli con lo Spezia), Dia terzo nella classifica marcatori e una media di quasi 20mila spettatori che fa onore a una tifoseria che dimostra di essere per davvero l'anima della squadra come ha dichiarato l'allenatore prima della gara.

Ora guai ad abbassare la guardia, dopo Empoli ci sarà la doppia sfida Atalanta-Roma e la storia insegna che l'Udinese non verrà all'Arechi per fare la comparsa. Certo, la vedessimo dall'esterno diremmo: "Ma come può retrocedere questa squadra?". Soprattutto, poi, se tra i granata e il Verona terzultimo ci sono altre tre compagini di livello obiettivamente inferiore. Non vogliamo emulare, però, chi ha festeggiato prima del tempo facendo poi brutta figura e, dunque, sosteniamo con forza, passione e amore la Salernitana come solo noi sappiamo fare nei momenti decisivi. Stiamo per vincere il nostro scudetto, senza l'aiuto di nessuno e senza chiedere rinvii e spostamenti. Al Castellani il muro granata dovrà spingere i calciatori verso l'ultima impresa di una stagione che ricorderemo per tanto tempo.


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