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TS - Stanchi (Platinum Square): "Salerno per Iervolino è l'affare della vita. Restare in A renderà il club tra i più virtuosi d'Italia"

di Gaetano Ferraiuolo

Tra le persone che oggi stanno esultando maggiormente per la rimonta della Salernitana c’è anche chi, in estate o a dicembre, ci mise la faccia in un momento particolarmente complesso mettendo a tacere tutte quelle voci che parlavano di fallimento, esclusione e ripartenza dai dilettanti. Edoardo Stanchi, esponente di spicco della Platinum Square e professionista molto apprezzato a livello nazionale, decise di uscire allo scoperto con coraggio rassicurando la tifoseria granata. “State tranquilli, avrete un grande futuro e nessuno estrometterà la Salernitana dal campionato”, tutto mentre i soliti bugiardi a caccia di visibilità accostavano alla Bersagliera nomi su nomi (spesso inventati, ovviamente) e Gravina minacciava azioni di ogni genere chiudendo però un occhio per altre realtà super indebitate. Alla fine il dottor Stanchi ha avuto ragione e questa proficua esperienza lavorativa gli ha permesso di avvicinarsi anche emotivamente alla nostra squadra di calcio, per la quale nutriva già da tempo una simpatia particolare. Nelle prossime settimane sarà all’Arechi, si spera per festeggiare la salvezza e abbracciare il presidente Iervolino, scelto assieme ai trustee per guidare il nuovo corso granata. La nostra redazione lo ha contattato telefonicamente per parlare di passato, presente e futuro:

Anzitutto come sta vivendo questa rinascita granata dopo aver contribuito alla salvezza fuori dal campo?

“Sono molto molto soddisfatto. Oggi, per tanti, è facile salire su quel famoso e proverbiale carro, ma non pensate io abbia dimenticato quanti avvoltoi non aspettavano altro che l’esclusione della Salernitana parlando di fallimenti e retrocessioni. La verità è che nessuno, nemmeno i tanto contestati “disponenti”, avrebbero mai permesso la cancellazione di un club glorioso come la Salernitana, tornata in A con pieno merito dopo aver dominato un campionato di B e con un seguito di pubblico straordinariamente importante. Oggi la piazza può proiettarsi al futuro con rinnovate ambizioni, a prescindere da come finirà questa stagione. Le tre vittorie consecutive sono frutto del gran lavoro dell’allenatore, degli innesti di gennaio, della crescita di chi c’era già e oggi ha ritrovato serenità, di una proprietà che può scrivere pagine di storia che nemmeno immaginate”.

Iervolino, dunque, è stata la scelta giusta…

“Assolutamente sì. Lo avevamo detto, abbiamo mantenuto la promessa: la Salernitana avrebbe avuto un grande presidente, non l’avremmo mai lasciata al primo sprovveduto. Iervolino è una persona seria, di livello, economicamente solida e con grandi idee per Salerno. All’epoca arrivarono molte proposte, dico sempre per correttezza che anche quella del dottor Di Silvio era serissima  ma purtroppo non è stato consigliato nel modo giusto nel momento cruciale. I risultati della squadra sono solo un assaggio di quello che accadrà in futuro, sento parlare di volontà di investire in infrastrutture e settore giovanile e questo testimonia la serietà di questi professionisti”.

Il presidente ha dato subito la sensazione di conoscere perfettamente la piazza, ha operato cambi radicali e ha creato un rapporto di osmosi con la piazza. Dobbiamo credergli quando dice che he pensato alla Salernitana soltanto a fine dicembre?

“Una società di calcio e un investimento del genere non si fanno in 48 ore. E’ chiaro che qualche interessamento era stato manifestato anche prima, con l’affondo finale consumatosi sul gong. Sono davvero felice che la Salernitana sia finita in mani così sicure, Iervolino ha deciso di operare un’autentica rivoluzione affidandosi ad uno staff nuovo di zecca come giusto e prevedibile che fosse. Sabatini si è mosso sul mercato e ha preso giocatori in buona parte validi, credo che il vero e forse unico errore sia stato quello di andare avanti con Colantuono per un altro mese. Sono certo che, con Nicola da metà gennaio, ad oggi la Salernitana sarebbe già salva. Ma mi permetta di dire una cosa…

Prego…

“Arrivasse la salvezza, una piccola percentuale di merito ce l’avrebbe anche Lotito. In fondo la Salernitana si è autogestita per sei mesi in un campionato dispendioso come la serie A, evidentemente i bilanci erano sani e in attivo nonostante il periodo di crisi economica acuito dalla pandemia. E se Iervolino ha investito è perchè la società milita nel massimo campionato di calcio. Dalla D alla A il percorso ha la firma di Lotito, su questo credo che nemmeno il più grande contestatore possa obiettare nulla perchè ogni giudizio è rispettabile se di base c’è onestà intellettuale”.

Quindi per Iervolino un investimento vincente a prescindere…

“Assolutamente sì. L’ha presa per 10 milioni di euro, ma la Salernitana vale 6-7 volte di più. Malauguratamente retrocedesse, con il paracadute incasserebbe immediatamente quanto speso a gennaio. Viceversa la Salernitana in A introiterebbe tanti di quei soldi da potersi autogestire a vita senza necessità di investire chissà quale cifra dal patrimonio personale. E’ stato intelligente: Salerno è fortunata ad avere un presidente così, ma anche lui è fortunato ad essere a capo di un club prestigioso, ricco e che può ritagliarsi un ruolo di primo piano nel massimo palcoscenico del calcio italiano”.

Che Lotito abbia portato in A la Salernitana dopo esser partito dalla D non v’è dubbio alcuno, è evidente però che la nuova proprietà abbia instaurato un rapporto diverso con la piazza fatto di apertura, dichiarazioni d’affetto e quell’osmosi di cui Iervolino ha parlato dal primo momento…

“Beh, è vero. Ma Lotito è fatto così. E’ una persona diretta, dice sempre in faccia quello che pensa e manifesta poco o nulla i suoi sentimenti. Vi posso assicurare che resta un tifoso della Salernitana e che ammira la piazza. Certo, forse in alcune circostanze non ha saputo dimostrarlo. Iervolino è stato bravissimo a toccare le corde giuste”.

Anche in estate è evidente che tutti quei silenzi e quella gestione fredda della società abbiano fatto pensare che era disposto a far escludere il club dalla A pur di portare avanti una battaglia personale in virtù di una regola ingiusta, ma che conosceva da 10 anni…

“Posso capire i tifosi, non hanno avuto la possibilità di godersi appieno la promozione e tutta quella tensione doveva essere evitata. Non giustifico, però, alcuni addetti ai lavori locali e nazionali. Anzitutto hanno dato per chiuse trattative inesistenti o appena avviate. In questo modo hanno fatto passare il messaggio che si rifiutassero a prescindere proposte serie. A che pro? Veramente pensate che Lotito, imprenditore intelligente e lungimirante, fosse così masochista? Non voleva lasciare la Salernitana e probabilmente era convinto che la regola sulla multiproprietà potesse cambiare e che Mezzaroma avesse l’ok per proseguire, ma non c’è stato nessun ostracismo. Certo, si poteva agire diversamente sul piano della comunicazione spiegando ai tifosi passo passo cosa stesse succedendo. Ma faccio una domanda a tutti: cosa fareste se foste costretti a vendere una casa a cui siete affezionati, che avete costruito spendendo soldi e alle condizioni di una terza persona? State certi che Lotito, se avesse voluto fare battaglia, non avrebbe fatto iscrivere la squadra. A torto o ragione si è affidato ad un trust, proprio su nostro suggerimento. Era titubante, alla fine ha accettato sperando di rientrare quantomeno delle spese. Invece lui e il cognato hanno incassato 5 milioni di euro a testa, un rischio calcolato”.

Ci conferma che non è stata fatta nessuna azione legale nè richiesta di risarcimento dopo la cessione a Iervolino?

“Assicuro che Lotito ha stima e rispetto per Iervolino, non c’è assolutamente nessun attrito. Ad ora non c’è stata la possibilità di conoscersi di persona in qualche assemblea di Lega, state certi gli stringerebbe la mano augurandogli il meglio. Quanto alla vicenda cessione, si seguirà l’evolversi della querelle Bari. E’ chiaro che se il TAR o altri enti riconoscessero che la Federazione non può obbligare a cedere un bene di proprietà in un risicato lasso di tempo ci si muoverebbe di conseguenza. Ma non contro la Salernitana e chi attualmente la rappresenta. Credo che chiunque al mondo agirebbe allo stesso modo”.

Ora, però, Lotito è contestato a Roma mentre a Salerno ci sono 23mila persone in festa che celebrano la nuova società e la rinascita granata. Un elemento su cui forse dovrebbe riflettere…

“Ripeto quanto detto: ognuno ha il suo carattere e tante vicende possono aver orientato i giudizi della gente. Della contestazione dei laziali c’è poco da dire: nelle partite contro il Sassuolo o l’Empoli i prezzi erano bassi e c’erano 10mila persone, è fisiologico si adotti una politica diversa se ospiti la prima della classe. A Salerno, nel corso degli anni, non sono mancati gli attriti con il pubblico e rispetto l’opinione della tifoseria. Ma gli sono amico e sono un suo consulente, ricordo come fosse oggi l’amarezza quando la sua avventura in granata finì ufficialmente. Con lui al timone la salvezza sarebbe arrivata da mesi. Ma Iervolino è un presidente altrettanto speciale, sia chiaro”.

Veniamo all’attualità: quanto sta incidendo il fattore tifo?

“Più del 50% del merito di questa rimonta va attribuito al pubblico. Ero all’Olimpico per Roma-Salernitana, pur avendo cuore giallorosso tifavo granata perchè ormai c’è un legame affettivo che va oltre un discorso meramente professionale. I punti in palio erano più pesanti per voi che per noi. Ero in tribuna e sentivo perfettamente i cori della vostra curva, per la prima volta si aveva la sensazione che la Roma giocasse in trasferta. Stesso discorso a novembre scorso per Lazio-Salernitana. 7,8,10mila: ma quanti eravate? Quando si parla di dodicesimo uomo non è mai una frase fatta, in una piazza del genere la curva e la spinta dello stadio spostano gli equilibri e la vittoria con la Fiorentina lo dimostra. Mi riprometto di essere all’Arechi contro l’Udinese, certamente per festeggiare la salvezza”.

Una salvezza che vedrebbe anche nella Platinum Square una componente importante…

“E’ come se avessimo giocato un campionato invisibile, fatto di strategia, pazienza, documenti e professionalità. Però vi dico che il nostro lavoro è stato riconosciuto a livello nazionale, tanti professionisti ci hanno contattato in questi mesi chiedendo la nostra consulenza per tante cose e incrementeremo la nostra opera nel mondo dello sport. La cessione della Salernitana è il nostro piccolo grande scudetto, ora manca la ciliegina sulla torta”.


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