Nemmeno una settimana di stop ed è già astinenza granata. Certo, mettere a riposo le coronarie per chi, come noi, la vive con enorme passione e coinvolgimento emotivo non fa certo male, ma quanto manca l'adrenalina del pre partita, il clima spettacolare dell'Arechi, il boato della Sud dopo un gol e quel cavalluccio marino in bella vista all'Olimpico o a San Siro, capace di giganteggiare contro tutte le big del calcio italiano e di regalarci emozioni inimmaginabili. Tuttavia salvarsi in largo anticipo e poter vedere lo spareggio Spezia-Verona senza patemi d'animo consente al tifoso di godersi uno dei momenti più belli della storia della Salernitana, ma anche - e soprattutto - alla società di programmare il futuro con ampio anticipo e con una base di partenza totalmente diversa rispetto alla passata stagione, fortemente condizionata anche dall'addio al veleno del direttore Sabatini e dalla riconferma di Nicola più per riconoscenza che per reale convincimento. Ad ogni modo il fatto che entro domani mattina si possa annunciare il rinnovo di Paulo Sousa ci rende felici e soddisfatti. Mai un allenatore di caratura internazionale, capace di fare la differenza in poco tempo e di rivitalizzare una squadra mal guidata e in caduta libera, avrebbe accettato di proseguire la sua avventura a Salerno senza le dovute garanzie. Il che non vuol dire che Dia o Coulibaly resteranno al 100% in granata, ma siamo certi che ogni partenza eccellente sarà adeguatamente rimpiazzata. Magari da gente ancora più forte.
In fondo, un anno fa, l'addio di Djuric, Ranieri, Verdi ed Ederson lasciava presagire scenari sportivamente parlando drammatici, ma il loro ricordo si è affievolito notevolmente quando la società ha investito puntando su Dia, Candreva, Ochoa e Piatek. Un altro livello, indubbiamente. Per cui fidiamoci del presidente Iervolino, del direttore sportivo De Sanctis (al quale sommessamente consigliamo di prendere un difensore esperto e di spessore, non solo giovani di prospettiva in un reparto che da due anni subisce gol a raffica soprattutto di testa), dello staff tecnico, dell'amministratore Milan e di una proprietà che, al netto di qualche errore anche frutto dell'inesperienza, ha evitato il fallimento in extremis salvando due volte su due la Salernitana e consentendole di partecipare per la terza volta di fila al campionato di serie A. La prossima sessione di mercato ci incuriosisce. L'ultima fu contraddistinta, almeno in partenza, da tanti no e qualche dietrofront inaspettato. Si disse che la Salernitana aveva ancora poco appeal e che era vista come la cenerentola salvatasi per miracolo dopo uno 0-4 e senza storia nella massima categoria. Ora che invece la Bersagliera ha fermato tutte le grandi, battuto record e giocato in uno stadio popolato mediamente da 21mila persone, le cose saranno cambiate? Oltre al giovane di prospettiva e al giocatore che arriva dall'estero con la voglia di "sfondare" in Italia, possiamo sognare sotto l'ombrellone un altro colpaccio in grado di far sognare Salerno e quella provincia che, nella sua stragrande maggioranza, resta legatissima ai colori granata? Allo stesso tempo, però, guai a sottovalutare il valore della rosa attuale che, con un anno alle spalle d'esperienza e una guida tecnica di spessore dall'inizio, potrebbe rendere ancora di più.
Oltre ai soliti noti, non dispiacerebbe affatto la riconferma di Sambia (chi vi scrive è convinto abbia potenzialità ancora inespresse), di Vilhena (buono davvero il suo girone di ritorno), di Pirola e di Bradaric, scommessa vinta da De Sanctis. Su Mazzocchi il discorso è ampio. Buon giocatore che però Sousa non vede nel 4-2-3-1 del futuro. Già l'estate scorsa il calciatore non sembrava convinto di restare, poi quel post sui social ha diviso i tifosi e c'è chi è rimasto spiazzato da parole che sanno d'addio. Si vedrà, di certo c'è che difficilmente si troverà qualche società disposta a sborsare 10 milioni di euro come poteva accadere un anno fa. Potrebbe essere utile, invece, far fare un anno altrove a Botheim e Valencia che, per tanti motivi, hanno mostrato di essere ancora acerbi e di non poter fare la differenza. Ma il primo acquisto deve essere il pubblico, l'auspicio è che la società lanci una campagna abbonamenti accessibile a tutti e che consenta ai bambini, agli studenti, alle scuole calcio, alle famiglie, alle associazioni, a chi viene dalla provincia di acquistare il carnet a prezzi popolari. Stesso incasso, ma zoccolo duro raddoppiato: converrebbe a tutti, no?
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