Una lenta agonia. Lo certificano i numeri, purtroppo. Sei sconfitte casalinghe (quattro di fila e gol in appena tre gare interne), ultimo posto, peggior attacco, seconda peggior difesa, peggiore squadra per possesso palla e per tiri nello specchio della porta. Un disastro, insomma. A questo punto il grande sogno della Salernitana si sta trasformando in un incubo incredibile, una situazione clamorosamente negativa in cui si fa fatica a vedere la luce in fondo al tunnel. Non c'è che dire: l'esonero di Fabrizio Castori, nei modi davvero discutibile in virtù di un comunicato stampa condannato a livello nazionale, è stato un errore. O, comunque, il suo successore non è riuscito a far breccia nel cuore di una squadra che fatica a diventare gruppo e che si scioglie come neve al sole alle prime difficoltà. Il ruolino di marcia è pessimo: 0-4 con l'Empoli in meno di 40 minuti, brutta figura a Roma con la Lazio, sconfitta con la Samp in uno scontro diretto (perchè di scontro diretto trattasi), pareggio scialbo a Cagliari, atteggiamento totalmente rinunciatario stasera pur a cospetto di una big come la Juve che, però, ha sofferto contro tutti. E' bastato un leggero predominio di 15 minuti per colpire un palo, sfiorare la rete con Gyomber (che ha colpito solo quella esterna) e creare un po' di apprensione ad una difesa, quella bianconera, tutt'altro che imperforabile. Ma come si può riproporre Kechrida, inadatto alla categoria, a cospetto della Juve? Perchè partire con sei difensori e non prendere in considerazione un centrocampista di qualità come Kastanos? Perchè Bonazzoli gioca così lontano dalla porta pur essendo l'unico che ci mette un po' di qualità, visto che Simy ad oggi è corpo estraneo? Nulla contro il mister, professionista serio molto legato alla piazza e che ha avuto il coraggio di mettersi in gioco ereditando una squadra con tanti limiti e già ultima in classifica. Ma ora l'alibi degli infortuni non regge più, a meno che non spieghino una volta per tutte come mai ci sono tutti questi problemi di natura muscolare.
Peccato anche per i legni: dopo la Roma, la Salernitana è la squadra italiana che ne ha colpiti di più. Ben otto. Incredibile. Ma la fortuna aiuta gli audaci e giocando sempre con lanci lunghi e baricentro basso non porta da nessuna parte. Non è colpa del mister se Belec non ne prende una (a questo punto, lo ribadiamo, si dia una possibilità a Fiorillo!), se Gagliolo si addormenta e perde Pavoletti prima e Dybala poi, se Gyomber non è nemmeno lontanamente paragonabile al muro dell'anno scorso e se la dirigenza prende un bomber da 40 gol in due anni e qui non indovina uno stop. Ma è l'anima, il carattere, la voglia di combattere che manca, come certificato anche da quel sedersi in panchina che può essere interpretato quasi come segnale di resa. La storia del calcio è strapiena di 0-2 ribaltati completamente, invece la Salernitana ha mollato e si è proiettata alla prossima sfida. Tra l'altro ancor più proibitiva. Restiamo convinti che, al completo, sia una squadra in grado di salvarsi senza problemi. Ma in A, specialmente con i cinque cambi, avere una panchina corta e fatta di gente che non giocava nemmeno in B è un azzardo. Per dare un senso a tutto questo e accetterlo più serenamente c'è solo una ricetta: l'immediato cambio societario.
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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