Prima la Spal, poi il Brescia. Senza voler sminuire i 23 punti conquistati in 11 partite (tre a tavolino), i successi con Chievo e Cittadella e l'ottimo lavoro svolto sin qui dal tecnico Fabrizio Castori, ma la Salernitana pecca ogni volta che affronta squadre di qualità. Del resto oggi il mister è stato molto onesto in sala stampa e ha sottolineato più volte che "se la mettiamo sulle individualità facciamo fatica, se scendiamo in campo da squadra, con la mentalità giusta e la cattiveria agonistica necessaria siamo forti anche noi". Tradotto: fino a questo momento determinate doti caratteriali avevano celato qualche limite tecnico lasciato in eredità non solo da alcune partenze estive, ma anche dall'infortunio di Lombardi (teoricamente il più forte della rosa) e dal momento poco brillante di alcuni giocatori. Se consideriamo che Antonucci, Giannetti, Baraye, Karo e Gondo non sono quasi mai stati presi in considerazione e che si fa fatica a trovare una posizione adatta per Cicerelli (che si sta depotenziando), possiamo dire che la Salernitana targata Castori ha una peculiarità che è arma a doppio taglio: se tutti gettano il cuore oltre l'ostacolo può essere la rivelazione e andare lontano, se invece incappa in una giornata "moscia" basta poco per andare in affanno. Del resto, obiettivamente, anche in altre occasioni c'erano stati errori simili, nascosti dalle parate di Belec, dai pali, da qualche episodio arbitrale ogni tanto favorevole (vedi rigore non dato al Chievo al 95') e dai gol quasi in zona Cesarini frutto di giocate individuali o di palle inattive.
Sia chiaro: se la Salernitana è in piena zona promozione lo deve al grande lavoro di Castori, all'impegno di questa squadra, a qualche buon colpo della società e all'attaccamento alla maglia che tutti hanno dimostrato. Il primato era un po' fortunoso ma meritato, altri che hanno investito tre volte di più o sono stati agevolati dal paracadute certo non giocano meglio, la difesa resta un punto di forza imprescindibile e Tutino, in rosa, non ce l'ha nessuno. Guai a rimangiarsi quanto detto, ci mancherebbe, ma il ko di oggi conferma che a gennaio bisognerà investire concretamente: un esterno sinistro, un esterno destro se Lombardi non dovesse essere pronto (non si può aspettare in eterno), almeno due centrocampisti e un attaccante di categoria che faccia rifiatare il tandem titolare. Soprattutto perchè il Gondo splendido dello scorso girone di ritorno oggi, anche a causa di un infortunio, è una riserva che entra al massimo per 5 minuti. Ora arriva il Lecce, la più forte della B che, forse, batterebbe anche 2-3 squadre di categoria superiore. Sulla carta non c'è storia, l'assenza del pubblico e di capitan Di Tacchio pesano e non poco. Un eventuale passo falso scatenerebbe i soliti soloni del web, ma obiettivamente ridimensionerebbe la compagine granata. Quanto sarebbe importante rialzarsi subito e non perdere...in attesa di gennaio.
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