Poco più di 24 ore fa è suonato il gong allo Sheraton di Milano, che ha posto la parola fine ad un’intensa quanto complicata finestra di calciomercato estivo. Intensa per molti club di A che hanno approfittato delle ultime 48 ore per rinforzarsi (i vari Torino, Spezia, Genoa, Cagliari) e complicata per altri, tra cui la Salernitana, che non sono riusciti a portare a casa gli obiettivi prefissati. Chi si aspettava stravolgimenti organici è rimasto evidentemente deluso: la Salernitana e la sua “pseudo-dirigenza”, rappresentata da un amministratore assente fino a ieri e dal duo Fabiani-Bianchi in quel di Milano, ha preferito non intervenire in maniera massiccia, attendendo le occasioni last second che non sono arrivate, almeno per le casse granata. Molti dei nomi accostati al cavalluccio in questo mese di agosto (Caprari, Radovanovic, Rodrigues, Favilli e in ultimo Caceres) hanno trovato altra collocazione, anche in campionati differenti; altri (Vicari, Viviani, Bisoli, Cassata, Goldaniga, Chabot, Struna) sono rimasti dov’erano, pur sapendo di non giocare un campionato da protagonista; altri ancora (Viola, Viviani, Musacchio, Galdames) sono ancora sulla lista svincolati.
Sicuramente la non chiara situazione societaria ha spaventato, o per meglio dire, non incoraggiato, molti giocatori a sposare la causa granata. Su questo non ci piove, cosi come non ci piove sulla pochezza del budget di mercato a disposizione di Fabiani, non sicuramente all’altezza di una squadra di massima serie. Lungi da chi scrive trovare alibi alla società: si poteva e si doveva fare di più anche perché il mercato di quest’anno, in particolare, ci ha dimostrato che con le giuste leve ci si può muovere anche con condizioni favorevoli di pagamento, fatte di dilazioni future, percentuali di rivendita, riscatto e controriscatto. I vari Simy, Bonazzoli, Obi, Gagliolo, Coulibaly e compagnia sono ben poca cosa se paragonati alle altre compagini che lotteranno con i granata per la salvezza: la differenza non è tanto negli interventi di questa estate, quanto sul telaio degli organici dei nostri competitors, ben più solido di quello a disposizione di mister Castori (l’Empoli ne è un esempio).
Ora non ci resta che sperare nel lavoro del tecnico marchigiano e del suo entourage in questi dieci giorni che ci separano dalla ripresa, con la speranza che a Torino vedremo tutta un’altra Salernitana, non negli uomini (solo Gagliolo alla fine potrà essere inserito nell’undici titolare) ma nello spirito e nella condizione fisica. Ad agosto, tifosi e addetti ai lavori, si sa, sono un po' tutti direttori sportivi e talent scout, a volte anche procuratori e presidenti. Questi dieci giorni serviranno un po' a tutti per dismettere gli abiti “societari” e indossare quelli di supporters e giornalisti, per seguire, sostenere e criticare o elogiare la squadra granata in questo tortuoso cammino verso la salvezza.
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