Sta per andare in archivio una settimana contraddistinta da tante, troppe chiacchiere e in cui si è parlato più delle dichiarazioni di Sabatini che dell'importanza della gara di domani. Assodato che buona parte della piazza continua ad essere ossessionata dal passato e che non c'è la libertà di esprimere una opinione contraria alla massa senza essere accusati di "vedovanza" da chi, per avere un minimo di seguito, si veste da demagogo e prende in giro con stile la tifoseria (eppure il tormentone Della Valle e le favolette del "so chi è ma non posso dirlo" avrebbero dovuto insegnare qualcosa), riteniamo sia meglio chiudere l'argomento e concentrarsi esclusivamente sulla trasferta di domani pur ribadendo un concetto: il direttore sportivo ha fatto benissimo a difendere il suo lavoro, ma non è onorevole sparare nel mucchio alimentando il tutti contro tutti disattendendo, ancora una volta, le indicazioni di una società che ha promesso e preteso un rapporto sereno, distensivo e collaborativo con la stampa.
Probabilmente le parole di Iervolino e la non certezza di una riconferma hanno scosso un professionista serissimo, umanamente ineccepibile, con un palmares di tutto rispetto e che sarebbe più corretto giudicare l'anno prossimo, quando avrebbe tre mesi a disposizione per incidere e dimostrare il suo indiscutibile valore anche a Salerno. Nessuno ce l'ha con Sabatini, ci mancherebbe: alla Salernitana e all'immagine sportiva della città non può che far bene avvalersi della collaborazione di persone abituate a palcoscenici internazionali. Ci sono, però, anche dati oggettivi che solo chi è accecato dall'odio "romano" non mette sul piatto della bilancia: Fazio, Perotti, Dragusin e Mousset non hanno dato nulla, Mikael è stato pagato un milione di euro e non ha mai giocato dall'inizio, Verdi si è spento dopo i primi 20 minuti di Salernitana-Spezia e Sepe grossomodo è a livello di Belec. Benissimo Mazzocchi, Ederson e probabilmente Bohinen, ma la nostra convinzione resta sempre la stessa: sia salvezza o retrocessione le colpe e i meriti avranno tante paternità e solo Iervolino e lo zoccolo duro saranno esenti da responsabilità.
Ma torniamo al campo. Saranno in 4500 circa al seguito della Salernitana, numeri degni di chi lotta per la Champions e in totale contrapposizione con la fuga dall'Arechi che, a nostro avviso, non ha giustificazioni: Iervolino meriterebbe uno stadio pieno a prescindere, se nemmeno la serie A ritrovata dopo 23 anni ha garantito una media spettatori maggiore occorrerebbe una profonda riflessione a 360°. Domani, però, gli innamorati a prescindere proveranno a spingere la Bersagliera verso un'impresa che consentirebbe di alimentare quel famoso e proverbiale 7%. Mancherà Bonazzoli ed è una brutta notizia. Già da oggi sarebbe importante provare ad acquistarne il cartellino, potenzialmente è un attaccante da Nazionale. Non ci sarà nemmeno Mamadou Coulibaly, parentesi sulle parole dell'agente che, francamente, non ci sono piaciute: il suo assistito ha inciso e dato tanto ma è fermo da mesi, piuttosto che parlare di mercato e addio futuro sarebbe più bello mostrare riconoscenza e garantire permanenza a prescindere dalla categoria. Ci aspettiamo uno scatto d'orgoglio da parte di Ribery, una delle più grandi delusioni di questa stagione come certificato da statistiche mai così modeste. Occasione importante anche per Ederson, chiamato a tapparsi le orecchie rispetto alle voci di mercato. Il Mikael visto sin qui non è pronto per giocare dall'inizio, ci chiediamo a tal uopo se non sia meglio dare spazio a calciatori di proprietà (leggasi Vergani) piuttosto che a gente che, a giugno, saluterà la compagnia. Non peserà l'assenza di Ruggeri, uno che ad oggi ha fatto parlare di sè più per infortuni e frasi social che per l'effettivo rendimento in campo. Anche lui è stato al centro di una polemica, chissà che non ci sia anche questo dietro l'esclusione dalla lista dei convocati.
Chiudiamo col capitolo arbitrale. Bravo, bravissimo Iervolino ad uscire allo scoperto con parole dirette e totalmente condivisibili. Questi signori, che con i loro errori/orrori decidono spesso i campionati, non possono restare impuniti e l'idea di chiedere dei risarcimenti economici in caso di palesi torti potrebbe trovare consensi in Lega. Credere nella buona fede è diventato esercizio difficile per tanti tifosi, basti vedere come viene utilizzato il VAR. Si vanno a vedere e rivedere le immagini ingrandendole in ogni dettaglio per agevolare gli avversari dei granata, mentre la tecnologia è ignorata quando è la Salernitana a poter trarre vantaggio. Quanto accaduto con lo Spezia fu già emblematico, così come i regali di Pairetto al solito Napoli. Ma Piccinini sabato scorso si è superato: l'assegnazione di un rigore dubbio senza rivedere le immagini era già atto grave, figuriamoci far ripetere il penalty guarda caso dopo l'errore di Belotti perchè la punta della scarpa di Gyomber era oltre la linea dell'area. Sconcertante. Anzi "nauseante", per dirla alla Iervolino. Domani toccherà a Volpi, uno che di errori a danno della Salernitana ne ha commessi spesso. Al VAR Mazzoleni, quello che "viene designato se vogliono ammazzare le squadre del Sud" per riproporre una frase del presidente del Benevento Oreste Vigorito. Fosse vero che, a fine anno, torti e favori si compensano ci sarebbe da dormire sonni tranquilli. Invece riteniamo che, per tanti motivi, la Salernitana in A stia dando fastidio dal 10 maggio scorso e che, al netto di limiti e gestione estiva sbagliata di Lotito e Mezzaroma, ci sia qualcuno che continua a dare una spintarella verso il basso.
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