Salernitana, ancora una volta sei grande con le grandi. Non ci stancheremmo mai di rimarcare il grande percorso che sta facendo questa squadra soprattutto da quando ha cambiato la guida tecnica, davvero non c'è paragone tra Paulo Sousa e quel predecessore che, pur mettendocela tutta e dimostrando attaccamento alla causa, ha commesso una serie di errori clamorosi tali da depauperare il patrimonio tecnico di un organico per larga parte ben costruito dal direttore sportivo e che aveva bisogno solo del manico giusto per esprimersi. Dicevamo del rendimento con le grandi. 3-1 con la Lazio, 2-2 con la Juventus, 1-1 a Milano, stesso risultato con Inter e Napoli (sfiorando la vittoria nel finale e dopo una settimana piuttosto "pro" azzurri), 1-0 all'Atalanta senza dimenticare il tris di Dia alla Fiorentina, il 3-0 sul Monza che sta disputando un grande girone di ritorno e il 2-2 col Bologna che venne all'Arechi nel suo momento di massima forma. E' una Salernitana da applausi, pur già salva ha disputato un primo tempo al limite della perfezione a cospetto di una Roma come sempre nervosa, capace di affidarsi quasi sempre al lancio lungo e fortunata in occasione del gol del pareggio. Mentre Candreva e Dia hanno deliziato la platea con autentiche prodezze, Matic ha potuto calciare dopo tre rimpalli a favore e questo comporta un pizzico di rimpianto.
Ma nulla cancella il record di punti (39), il fatto che sia il dodicesimo risultato positivo nelle ultime 13 (sconfitta solo ad Empoli, senza Gyomber e Candreva), che fuori casa ci sia una continuità impressionante e che ora c'è la possibilità di chiudere addirittura tra i 43 e i 45 punti. Sarebbe un risultato strepitoso, con tanti meriti per la tifoseria che di lunedì, pur con tante restrizioni e una salvezza in tasca, ha portato a Roma 4500 persone che hanno gignateggiato all'Olimpico. Unica nota stonata il giallo ai diffidati Gyomber e Daniliuc, puniti oltre misura da un arbitro che ha meritato un voto basso in pagella e che non era stato a livelli top nemmeno in altre categorie. Incerto, insicuro, a tratti piuttosto generoso con i padroni di casa e salvato dal VAR quando aveva concesso il gol a Ibanez non accorgendosi di un fallo di mano netto di Belotti, da vedere a occhio nudo. Ora, però, è tempo di guardare al futuro. Nell'immediato sarebbe bello salutare la squadra in 30000 con l'Udinese e togliersi un altro sassolino dalle scarpe dopo lo 0-4 di un anno fa, a lungo andare potrebbe essere utile ripartire da questa ossatura e da una rosa che, se ben guidata, era effettivamente a livello delle ultime della zona sinistra. E' vero che dinanzi a offerte milionarie una squadra non top deve riflettere e far quadrare i conti pur avendo un presidente ricco, ma trattenere Dia, Ochoa e Coulibaly potrebbe essere un segnale strepitoso e un bigliettino da visita per trattare calciatori del medesimo spessore.
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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