A Salerno ha lasciato un pezzo di cuore, lui che ha contribuito in modo determinante alla promozione in serie B a suon di gol e assist determinanti. In B rimase soltanto per pochi mesi, giusto il tempo per timbrare il cartellino in tre occasioni (coppa Italia compresa) e di consolidare il rapporto con la piazza. Il suo addio fu accompagnato da tante polemiche, ironia della sorte firmò proprio per il Benevento che gli consentì di lottare nuovamente per i vertici della classifica pur senza bissare l’impresa del grande salto. Giampaolo Ciarcià seguirà a distanza e da doppio ex il super derby di lunedì sera e, ai nostri microfoni, ha detto quanto segue:
Il Benevento è più forte, la Salernitana gioca in casa: chi potrebbe essere la favorita?
“Un derby sfugge ad ogni sorta di previsione, ma ho la sensazione che possa essere l’anno buono per la Salernitana. Il valore aggiunto si chiama Giampiero Ventura, un allenatore che può fare la differenza in questa categoria e che non avrebbe accettato senza le opportune garanzie progettuali e tecniche. Se aggiungiamo la spinta di uno stadio determinante è evidente che l’ago della bilancia può pendere dalla parte dei granata. A prescindere da come finirà sono convinto che la Salernitana sarà protagonista fino alla fine, perché no anche per la promozione diretta”
Eppure parte dell’ambiente continua a contestare Lotito. Se l’aspettava?
“Sinceramente non mi sorprende, Salerno è una piazza esigente che ha legittima fame di risultati. Il lavoro del patron va diviso in due fasi: in una prima ha vinto tantissimo ripartendo dal nulla e tra mille difficoltà che sarebbe un errore clamoroso sottovalutare, in una seconda c’è stato un quadriennio anomalo che quasi sfociava nella retrocessione in concomitanza con il centenario. La salvezza acciuffata per i capelli all’ultimo rigore contro il Venezia spero abbia dato la scossa per alzare la famosa asticella”
Anche Fabiani è stato nel mirino della critica, dirigente che lei conosce bene e che la portò a Salerno nel 2007 prima di cederla al Benevento….
“Stiamo parlando di un profondo conoscitore di calcio. Il mio addio fu legato a tante situazioni, ma non ho mai avuto rancore nei confronti di una persona indubbiamente competente. Il fatto che sia tornato e che sia rimasto a Salerno per anni sta a significare che non vuole lasciare l’opera a metà. Ho inquadrato il suo carattere: in cuor suo sa che ha commesso degli errori e, pur non ammettendolo pubblicamente, sta lavorando per correggerli. Nel calcio nessuno è infallibile: può succedere e ci ha messo la faccia. Non è semplice ripartire, soprattutto se poi ci si dimentica delle tantissime cose buone che hanno permesso alla Salernitana di tornare in serie B e di togliersi qualche soddisfazione. Se oggi si parla di grande Salernitana è anche merito del mercato che ha fatto Fabiani e della sua scelta di puntare su Ventura”
C’è chi dice manchi l’attaccante da doppia cifra…
“Non sono d’accordo con questa opinione. E’ ancora prestissimo per individuare le eventuali lacune di un organico costruito con criterio dal direttore sportivo e che vede in Ventura una totale garanzia. Ritengo sia più giusto mettere alla prova per tutto il girone d’andata chi c’è già e valutare con calma a gennaio senza farsi prendere dalla fretta”
Tanti calciatori di prospettiva arrivano a Salerno tramite Lazio. La gente mugugna, chi ha ragione?
“Secondo me a tifosi e addetti ai lavori deve interessare che questi ragazzi siano validi e che garantiscano risultati e rendimento per la maglia granata. Dietro queste operazioni di mercato ci sono tante logiche che possono sfuggire. E’ chiaro che Lotito ha due squadre, se il richiamo forte della Lazio può facilitare determinante trattative perché dire di no a priori? Anche perché tutti questi calciatori forti resterebbero indubbiamente a Salerno per tanto tempo in caso di promozione in serie A. E’ un falso problema”
Lei ha vissuto l’Arechi pieno, quello che faceva la differenza. Dopo mesi di diserzione torna il pubblico sugli spalti e sono attesi 15mila spettatori lunedì sera. Sufficiente per colmare il gap col Benevento?
“Assolutamente sì, Salerno è una di quelle piazze che può determinare l’esito di una partita e di un campionato. Faccio sempre lo stesso esempio. Nel 2007 giocavamo in casa contro l’Ancona, vincendo saremmo andati al primo posto. Ci fu lo sciopero del tifo per 45 minuti e facemmo tremendamente fatica, nella ripresa ricominciarono a cantare e passammo immediatamente in vantaggio. Se viene a mancare la componente Arechi, la Salernitana diventa una squadra normale: la differenza la fa la gente, quello stadio che spinge e ti dà motivazioni incredibili. Lì si gioca in 12 e puoi battere chiunque, anche chi teoricamente è più forte di te”
Apriamo l’angolo dei ricordi…
“Un’esperienza indimenticabile, roba da pelle d’oca. Esultare sotto la curva insieme ai tifosi è qualcosa che ti resta dentro per tutta la vita, c’è un attaccamento alla maglia incredibile e mi è dispiaciuto fortemente dover declinare l’invito per il centenario a causa di problematiche lavorative. Ecco, più che parlare di passato vorrei sottolineare l’ottimo rapporto con la piazza: ancora oggi mi invitano a Salerno anche solo per l’inaugurazione di un club, spero di riuscire ad essere presente all’Arechi per qualche partita. Ovviamente tiferò per la Salernitana”
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