Prosegue con successo il format video ideato dalla redazione di TuttoSalernitana che, in questi giorni così complicati, ha tenuto compagnia ai tifosi intervistando attraverso Instragram tante vecchie glorie granata che ci hanno emozionato con aneddoti e racconti di ogni genere. Un angolo amarcord che ha suscitato successo e interesse, al punto che gli stessi calciatori e addetti ai lavori hanno interagito successivamente con noi e con il pubblico mostrando un certo entusiasmo. Ieri è toccato a Mark Iuliano, difensore che ha vinto due campionati a Salerno ammirando lo strapotere della curva sia al Vestuti, sia all'Arechi. Ecco le sue dichiarazioni, condite da tanta simpatia e da un confronto ironico, autoironico e ricco di spunti interessanti:
Partiamo da questa emergenza Coronavirus...
"All'inizio sembrava potesse essere una semplice influenza, per lo meno così dicevano in televisione. In realtà la situazione è molto seria e ci siamo fatti cogliere impreparati. Non è assolutamente mia intenzione fare politica o demagogia, dico soltanto che adoro Vincenzo De Luca perchè, con i suoi modi talvolta particolari, riesce comunque sempre a raggiungere l'obiettivo. Siete stati fortunati ad avere un Governatore come lui, uno che non tralascia nessun aspetto e che ha saputo agire per il bene di ciascun cittadino".
Pensa che il calcio ripartirà?
"Anzitutto noto delle contraddizioni. Dal 4 si può riprendere l'attività sportiva singolarmente, ma mi chiedo perchè un cittadino possa andare a correre al parco mentre un calciatore non possa svolgere il suo lavoro in una struttura blindata e con tutti i controlli del caso. In teoria i giocatori della Salernitana potrebbero ritrovarsi "casualmente" in qualche spazio pubblico per fare la corsetta quotidiana. E' normale che bisognerà prendere una decisione e non vorrei essere nei panni di chi dovrà assumersi una grossa responsabilità".
Forse qualcuno sottovaluta il ruolo sociale del calcio e c'è tanto moralismo fuori luogo, è d'accordo?
"Per quanto siamo appassionati di calcio sarebbe bello poter trascorrere del tempo guardando le partite in tv. Non è la stessa cosa rispetto allo stadio, è chiaro, ma ci darebbe un minimo di senso di normalità. Temo che gli spalti saranno vuoti per diversi mesi, ma il ruolo dello sport è fondamentale soprattutto in momenti come questo".
Anche sull'argomento stipendi c'è tanta retorica, ma non tutti sono Cristiano Ronaldo e c'è gente che fa fatica ad arrivare a fine mese...
"Ma anche sullo stesso Ronaldo ci sono degli errori di valutazione. Ha messo a disposizione una struttura personale trasformandola in un ospedale Covid, ha donato cifre considerevoli e si è messo totalmente a disposizione. C'è solo da togliersi il cappello. E' palese che tante categorie stanno avendo difficoltà, bisognerà trovare un punto di incontro per permettere al calcio di ripartire. Lo sapete meglio di me che in C e nel dilettantismo gli stipendi sono al minimo sindacale e ci sono giovani gettati nella mischia anche in virtù di regolamenti particolari che non hanno la possibilità di guadagnare cifre importanti. Uno stop potrebbe essere dannoso per tanti motivi, ma c'è la salute da salvaguardare e, ad ora, è giusto restare ancora a casa".
Veniamo alla sua esperienza con la Salernitana. Cosa ricorda in particolare?
"Arrivai al Vestuti quando avevo 16 anni, ci fu subito un gruppetto di persone che ci accolse all'esterno dello stadio e presi uno schiaffetto sul volto. Chiesi il motivo, mi dissero che serviva per capire immediatamente dove mi trovavo e cosa si aspettassero da me. Ricordo questo aneddoto sorridendo, i tifosi della Salernitana sono veramente unici e spettacolari. Originali, mai banali, quando cantano "Siamo sempre con voi, non resterai mai sola" non lo dicono tanto per dire. Ci fosse un'amichevole in Brasile o in Argentina li troveremmo anche lì. Sul momento rimasi alquanto spiazzato, ma in campo mi resi conto che incarnavo i valori della gente e questo mi ha permesso di conquistare il loro rispetto. Ricordatemi un po' qualche personaggio rappresentativo del tifo dell'epoca...Ciccio Rocco, il VIkingo, il Siberiano. Alto livello".
Singolare anche l'episodio Delio Rossi, accolto con scetticismo e oggi ricordato come il miglior tecnico della storia....
"Non c'ero quell'anno, ma mi hanno raccontato. Veniva dal Foggia assieme a qualche altro giocatore, mi hanno detto che c'erano ultras e tifosi impazziti di rabbia che ne volevano le dimissioni. Torno a ripetere, con il sorriso e sincera ammirazione: il salernitano è veramente unico, ci sono delle situazioni che possono sembrare paradossali ma che testimoniano un attaccamento alla maglia e alla città fuori dal comune. Hanno avuto anche l'intelligenza di valutarlo per il suo operato, quella Salernitana era spettacolare ed era calcio champagne anche in B. 4-0, 5-0, vittorie in trasferta: ci divertivamo, in campo sapevamo a memoria quello che dovevamo fare. Gli allenamenti erano massacranti, la domenica a confronto era uno svago. Però ti rendevi conto di quanto eri forte, di come fosse bello praticare quel calcio spumeggiante".
Però c'è chi dice che la spavalderia tattica di Rossi sia stata alla base della retrocessione dalla A con una rosa fortissima...
"La penso diversamente. Se giochi a Torino contro la Juventus hai grandi possibilità di perdere a prescindere. La domanda è: meglio chiudersi in difesa e assumere un atteggiamento rinunciatario consapevole che prima o poi il gol lo prendi o giocarsela a viso aperto con le tue caratteristiche e senza snaturarti? Certo, era una bella Salernitana: Di Michele, Di Vaio, Gattuso, Fresi, Breda. Tanta roba. Fa strano pensare che in casa ha battuto tutte le grandi ma è retrocessa lo stesso. Ma come ha fatto a scendere in B una squadra così?".
Anche la sua Juventus ci lasciò le penne in quello stadio, lei tra l'altro fu espulso...
"3 giornate di squalifica e 100mila lire di multa. Chi se lo scorda? Posso dire, però, che non avrei mai voluto giocare contro la Salernitana, quando vidi i 40mila dell'Arechi mi si annebbiò letteralmente la vista e non ci ho capito nulla. Non dico che ero felice per la sconfitta della Juventus: ero contentissimo per i granata, mettiamola così! Non ricordavo ci fosse Oddo senior sulla panchina granata. Davvero un peccato per la retrocessione, anche per i colori bianconeri non fu un'annata particolarmente felice".
Quanto perderebbe la Salernitana se giocasse i playoff senza tifosi?
"Beh, mi sembra quasi superfluo rimarcarlo. Il Pordenone gioca praticamente sempre a porte chiuse, dal momento che disputa le gare casalinghe a Udine. Già pregustavo i 40mila dell'Arechi! E poi, se arriva la serie A....come le mantieni 100mila persone che vorrebbero esplodere di gioia?!".
L'Arechi, però, non è più quello di un tempo. Lo stadio è vuoto e la società è costantemente bersagliata. Si teme che si perda l'identità dal momento che molti pensano a Salerno in ottica biancoceleste. Lei conosce il senso di appartenenza della piazza, da che parte sta?
"Li capisco. Loro amano profondamente la Salernitana, ma un presidente ricco, tifoso, che investa a fondo perduto e vinca sempre non esiste. Credo che Lotito abbia dimostrato la sua competenza nel mondo del calcio ereditando una Lazio praticamente fallita e che oggi lotta per lo scudetto. Nelle conferenze è pittoresco: fa giri di parole infiniti, citazioni latine, filosofiche e letterarie. Ma è un personaggio profondamente intelligente, che Salerno deve tenersi stretto. Non mi pare che tra il 2005 e il 2011 le cose andassero meglio, ci furono due fallimenti e la ripartenza dal dilettantismo. Quando vinci tre campionati su quattro, due coppe e ti ritrovi a lottare per la A dopo aver visto la D significa che hai lavorato nel migliore dei modi. Chi garantirebbe i medesimi risultati se questa proprietà andasse via?".
Qualcuno le chiede un ricordo della sua esperienza a Messina...
"Una piazza importante. Non capisco ancora come facemmo a retrocedere, pagammo a caro prezzo l'infortunio di lunga data di bomber Riganò. Quell'attacco aveva gente come Iliev, Di Napoli e Floccari, calciatori forti come Parisi e Zoro, Storari in porta. L'allenatore era Bruno Giordano, ricordo che nelle prime dieci giornate ci ritrovammo quarti in classifca prima di un crollo progressivo dettato anche dagli infortuni. Ma ricordo con affetto i colori giallorossi".
Lei, a 16 anni, giganteggiava a Salerno e poi ha fatto una carriera meravigliosa. Quanto è cambiato il calcio rispetto all'epoca?
"E' una delle domande che mi fanno con maggiore frequenza, seconda solo al rigore su Ronaldo. E' difficile sempre fare paragoni, la società cambia e di conseguenza anche il calcio. Certo, all'epoca ricordo che giocavo con gente come Fresi e Gianluca Grassadonia e in allenamento serviva il massimo dell'impegno per conquistarsi la maglia da titolare. Salerno ha rappresentato una tappa fondamentale per il mio percorso di crescita, quando sono andato via non nego che piangevo pur avendo firmato per la Juventus. Anche le regole della C non aiutano: i giovani devono giocare perchè sono bravi, non per arricchire i club con i contributi federali".
Non appena ha menzionato l'episodio del rigore, i tifosi si sono scatenati nello spazio dei commenti e chiedono a Iuliano di ammettere che fosse fallo...
"E mica faccio l'arbitro? Ma vi ricordate l'organico di quella Juventus? Aveva bisogno di situazioni extra per vincere? Non sapevo che poi Ceccarini avesse arbitrato anche Salernitana-Inter l'anno dopo: evidentemente i nerazzurri gli erano antipatici, i granata vinsero 2-0. Battute a parte, stiamo parlando di un club che ha vinto tutto e che ogni volta si presentava ai nastri di partenza con organici di livello assoluto. Forse ci voleva Iuliano per perdere un paio di scudetti, sono riuscito a battere questo piccolo record. Scherzi a parte, all'epoca c'era un'agguerrita concorrenza ma i bianconeri erano sempre primi in classifica e disputavano le finali delle competizioni europee".
Chiedono a Iuliano chi fosse più forte tra Peruzzi e Rampulla e un paragone tra Ferrara e Montero...
"Con difensori di quel livello avevamo le spalle copertissime. Ma alla fine giocavo sempre io, ero il più forte. Scherzi a parte, stiamo parlando di due top assoluti. Aver imparato a dare e prendere schiaffi a Salerno mi aiutò a non sfigurare al fianco di Montero. Quanto a Peruzzi, è stato il miglior portiere italiano e ha dimostrato di essere veramente un fuoriclasse senza nulla togliere a Michelangelo con cui c'è un rapporto di amicizia fraterno".
Le piacerebbe allenare la Salernitana in futuro?
"Magari! Intanto saluto la piazza di Salerno, che porto nel cuore. Sono uno di voi, forza Salernitana!".
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