Il Milano di Pioli è una squadra che ha fatto registrare, negli ultimi due anni, un livello di crescita importante, coinciso sicuramente con l’arrivo dell’eterno Zlatan Ibrahimovic che, oltre ad aumentare il tasso tecnico della squadra, ha dato nuovi stimoli a tutto l’ambiente. Nel tempo, la società ha lavorato ad uno svecchiamento della rosa, puntando su tanti giovani talenti, quali Leao, Diaz, Tomori, Calabria, Hernandez, Tonali ai quali affiancare giocatori di esperienza come Giroud, Kjaer e appunto Ibra. La partenza di Donnarumma, dolorosa ma preventivata, è stata risolta con l’arrivo di un portiere di grande prospettiva quale Mike Maignan, mentre quella di Calhanoglu è stata sopperita con la conferma di Diaz. E il secondo posto dello scorso e quello attuale, ad una lunghezza dal Napoli, sono la testimonianza della bontà del progetto rossonero.
IL CREDO TATTICO DI STEFANO PIOLI
Nella sua storia calcistica, Stefano Pioli ha variato molti moduli, ma con un unico comune denominatore: la difesa a 4 in linea. Negli ultimi tempi la sua variante dalla cintola in su prevede un 4-2-3-1 con tre calciatori veloci e tecnici a dar manforte alla prima punta. La costruzione di gioco è quasi sempre dal basso, con il centrocampista più tecnico che si abbassa sulla linea dei difensori a raccogliere palla per far partire la manovra, spesso dopo un dialogo tra portiere e centrali difensivi. In caso di pressing alto avversario è invece il portiere o uno dei due centrali a provare il lancio verso la prima punta che grazie al fisico imponente è brava a fare da sponda o mettere giù la palla. In alternativa si cerca uno degli esterni. Una delle caratteristiche offensive che contraddistinguono il gioco di Pioli è la scoperta del lato debole: l’ex tecnico della Salernitana infatti ama infatti concentrare il giropalla da un lato, per poi cambiare repentinamente l’azione di gioco dall’altro lato per l’esterno o il terzino,
COME GIOCA IL MILAN
Il Milan sfrutta prettamente la fascia sinistra, grazie alla presenza di Theo Hernandez: il trequartista va nel mezzo, l’esterno si accentra e favorisce la linea di corsa del terzino francese che va sul fondo per il traversone o taglia dentro l’area per la conclusione o l’incursione. La manovra corale è la prerogativa, che porta tanti uomini nella trequarti avversaria. In caso di transizione positiva il Milan cerca subito la verticalizzazione se il recupero avviene alto (metà campo avversaria); la gioca all’indietro e parte con la costruzione dal basso se il recupero avviene nella propria metà campo. In fase di non possesso il Milan effettua un pressing alto e crea tanta densità centrale, con un ripiegamento se salta la prima linea e un invito ad attaccare sulle fasce dove i due terzini, Calabria e Hernandez, possono essere sfidati nell’uno-contro-uno e tenere botta grazie alle caratteristiche atletiche, coperti anche bene dagli esterni alti. In caso di transizione negativa, il contropressing è automatico se la palla persa è nella trequarti avversaria; diventa ripiegamento quando invece la palla si perde nella proprià meta campo.
PRO E CONTRO DEI DIAVOLI ROSSONERI
Sicuramente l’intensità di gioco e la spinta sugli esterni, specie sulla catena di sinistra, rappresentano due punti di forza della squadra di Pioli da non sottovalutare. Anche il pressing è sicuramente un plus dei rossoneri, ai quali aggiungiamo il mix esplosivo tra giovani di talento e giocatori con esperienza internazionale. Tra i punti deboli invece va sottolineata la poca copertura dei centrocampisti sulla difesa, visto che il Milan attacca spesso a pieno organico e le transizioni offensive specie quando escono i terzini.
LA CHIAVE DI LETTURA
Gara complicata, anzi complicatissima per Colantuono, che forse non poteva capitare in un momento peggiore. Senza Strandberg, Coulibaly e Kastanos, e con Ribery non al 100%, la Salernitana non potrà certo ribattere sul piano agonistico e quindi dovrà, ancora una volta, chiudersi al meglio dietro e tenere le linee compatte, specie sugli esterni, per non concedere campo ad Hernandez & C. Per arginare la furia sugli esterni della squadra rossonera, Colantuono potrebbe riproporre il 4-4-1-1 visto in parte con la Juve, con doppio binario esterno (Zortea-Ranieri e Veseli-Kechrida), con Ribery dietro una punta, anche Bonazzoli, per sfruttare le ripartenze in velocità e gli spazi che proprio gli esterni rossoneri potrebbero lasciarsi alle spalle. Il problema Ibra va arginato: ad oggi nessun difensore granata è in grado di poterlo contenere: va organizzato dunque un raddoppio sistematico con il vertice basso che dovrà garantire copertura e soprattutto fisicità per contrastare lo svedese.
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