Ci sono calciatori, ma soprattutto uomini, che resteranno per sempre nel cuore della tifoseria. Professionisti che hanno saputo farsi amare non solo per le ottime performance calcistiche, ma anche e soprattutto per un attaccamento alla maglia sincero e per il rispetto avuto nei confronti della curva. Arturo Di Napoli è il re di Salerno, il beniamino del pubblico, quel giocatore che strappa applausi e che fa versare lacrime di gioia anche a quei bambini che non hanno avuto la fortuna di vederlo all'opera con la maglia granata, ma che ne conoscono le imprese grazie ai racconti dei genitori. Ogni volta che ha la possibilità, torna volentieri a Salerno per abbracciare quegli amici che seppero stargli vicino quando, nel 2009, questo rapporto così splendido con la piazza rischiava di logorarsi a causa di voci fuori controllo messe in giro ad arte per spostare l'attenzione dai veri problemi. Alla lunga, però, il tempo presenta il conto e fa capire realmente come stessero le cose. Di Napoli è stato un grande campione, in campo e fuori. Uno dei più forti numeri 10 dal 1919 ad oggi. Ieri sera la città di Vietri, in festa per la promozione in serie A, gli ha tributato la meritata standing ovation. Fumogeni, cori, bandiere, il tormentone "Re Arturo fa gol" e quel patto d'amore che si rinnova ogni volta che c'è la possibilità di godersi la sua presenza e i suoi racconti. E quando parla di Salerno, della Sud, delle coreografie degli ultras le lacrime agli occhi lasciano trasparire una sincera commozione, quasi come se fosse a tutti gli effetti un cittadino salernitano. E stamattina ha messo nuovamente piede su quel campo che lo ha visto protagonista, quando ogni difesa avversaria si inchinava allo strapotere del re. Era in compagnia di Thomas, naturalmente vestito di granata e apparso entusiasta per quest'accoglienza da brividi. "Quante volte son stato lì sotto, quanta forza ricevevo da quei cori, quanta energia mi dava star lì. La stessa che impiegavo mentre calciavo coi miei compagni. Ogni volta che ritorno a Salerno, riprovo le stesse emozioni. E ho voluto che Thomas, mio figlio, toccasse con mano quanto forte sia l’amore per la squadra di questa città.Grazie Salerno!" ha scritto sulla sua pagina facebook, augurandosi che quanto prima ci si possa godere la promozione senza paura di un clamoroso passo indietro. Si racconta abbia esultato in versione ultras quando Gondo ha segnato la doppietta col Venezia, c'è chi assicura che il 10 maggio era tesissimo per la partita decisiva col Pescara. Avversario che riporta alla mente il gol su rigore, la ritrovata serie B e la corsa sotto ogni settore indossando la corona. La corona di un grande re che ha fatto impazzire l'Arechi.
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