Domani sarà presente sugli spalti dell’Arechi con la speranza di festeggiare vittoria e primo posto insieme alla sua squadra, un segnale inequivocabile verso chi parlava di disimpegno o addirittura di un possibile addio a fine campionato. Marco Mezzaroma non lascia, ma raddoppia gli sforzi per poter contribuire al ritorno dei granata in cadetteria e si prepara a vivere una domenica di gioia in uno stadio gremito da tanti bambini e giovanissimi tifosi. Ai microfoni di TuttoSalernitana.com, il patron ha affrontato diverse tematiche con la signorilità e la sincerità di sempre.
Presidente, gran successo per l’iniziativa “Tutti uniti all’Arechi”…
“Ancora una volta Salerno ha risposto alla grande, speriamo possa essere una domenica di festa per tutta la nostra tifoseria. Ci tengo a precisare che non è stata soltanto una mia iniziativa, ma il frutto di un lavoro di squadra che coinvolge tanti professionisti che lavorano ogni giorno per la Salernitana”.
In questo mese le iniziative a sfondo sociale si sono moltiplicate, non ultime le collaborazioni con le associazioni “Villaggio di Esteban” e “Smaisoli”…
“Sono sempre convinto che il calcio rappresenti un fenomeno sociale con pochi eguali in Italia, è compito nostro mettere in campo tutte le iniziative necessarie per avvicinare la Salernitana alla tifoseria ed al territorio, creando quel rapporto di simbiosi che contribuisce a far crescere una società ed un progetto sportivo. Quando si tratta di aiutare persone in difficoltà siamo sempre pronti ed in prima linea, vogliamo vincere sia sul campo, sia, soprattutto, nella vita”
A proposito di vincere, domani saranno in 10mila a spingere la Salernitana..
“Non per usare le solite frasi fatte, ma soprattutto in casa il sostegno della gente è fondamentale e ci aiuta a conseguire i risultati. Sin qui, anche grazie alle vittorie ottenute, si è creato un clima di grandissima coesione e questo mi lascia ben sperare, quando l’Arechi spinge i nostri calciatori ne avvertono il calore e giocano con una marcia in più. Domani saranno in tantissimi e li ringrazio, sono convinto che Salerno abbia un potenziale enorme e che potrà presto far registrare numeri ancora più importanti”.
Momento più bello e più brutto del 2014 che va in archivio a breve?
“Tutto aiuta a fare esperienza e non mi piace vivere di rimpianti. Sicuramente la scorsa stagione non si è chiusa come noi speravamo, ma quest’anno mi sembra che siamo partiti col piede giusto e siamo in testa alla classifica in un girone nettamente più difficile degli altri due. Il bilancio si farà a maggio e non dobbiamo montarci la testa, ma sicuramente siamo ottimisti e consapevoli di aver allestito un’ottima rosa”.
A proposito di rosa, potrebbero partire Ginestra e Mounard, ovvero due degli artefici della risalita della Salernitana..
“Sapete come la penso: ringrazierò sempre tutti coloro che hanno dato il loro contributo nei campionati scorsi. Va detto, però, che Mounard e Ginestra non hanno certo giocato gratis, percepiscono stipendi importanti per la categoria ed il nostro attaccante è il calciatore più pagato della rosa. Non so cosa accadrà a gennaio, ma è chiaro che eventuali innesti saranno proporzionali alle uscite”.
E’chiaro, però, che se dovessero restare sarebbe opportuno prenderli maggiormente in considerazione..
“Non sono mai entrato nel merito delle scelte tecniche, ma visto che siete amanti delle statistiche vi invito a vedere quante presenze abbiano collezionato in quest’ultimo anno e mezzo. Per tanti motivi, obiettivamente, non hanno dato il contributo che era lecito attendersi e non hanno inciso come in passato”.
Che giudizio dà al lavoro svolto da Fabiani?
“I fatti dicono che sta operando bene. Conoscendolo ho avuto modo di apprezzarne le qualità, del resto è un dirigente di comprovata esperienza e che in carriera ha ottenuto ottimi risultati. Siamo soddisfatti di quanto fatto in ora”.
Lei sarà allo stadio domani con suo cognato, due settimane fa sua sorella era estasiata dalla Sud. Una bella risposta a chi dice che voleva disimpegnarsi…
“Ci vorrebbe una giornata intera se volessi smentire tutte le cose non vere che vengono dette, siamo in democrazia ed ognuno può dire quello che vuole. Al di là della nostra presenza e della gioia delle nostra famiglie, quello che conta è la squadra: sono i giocatori che scendono in campo, è a loro che il pubblico deve garantire il massimo sostegno dal primo al novantesimo. Come dicevo prima, si è creato un rapporto molto intenso tra la società, la dirigenza, lo staff tecnico, i calciatori e la tifoseria salernitana, una simbiosi che potrebbe fare la differenza”.
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